Tappa 2 – Da Piazza del Popolo al Novocomum

Descrizione

Dal termine del piazzale lastricato in pietra antistante la Casa del Fascio si gira a destra, si attraversa via Pessina sulle strisce pedonali e ci si immette sul marciapiede asfaltato di via Manzoni; dopo una decina di metri, al semaforo, la si attraversa sulle strisce. Si piega a sinistra e si prosegue lungo il marciapiede asfaltato. Dopo una ventina di metri si oltrepassa il passaggio a livello delle Ferrovie Trenord e si attraversano i binari (tratto asfaltato); dopo un’altra decina di metri sul marciapiede in cubetti di porfido si piega a sinistra e si attraversano sulle strisce pedonali le due corsie di via Pretorio separate da un corridoio in cubetti di porfido nell’aiuola spartitraffico. Si giunge in Piazza Verdi, pavimentata con piastrelle in porfido (attenzione alle tre sfere in pietra di circa 50 centimetri di diametro poste al termine dell’attraversamento). Qui inizia la zona a traffico limitato del centro. Di fronte si può ammirare il neoclassico Teatro Sociale, edificato all’inizio dell’Ottocento sul luogo del duecentesco Castello della Torre Rotonda. Si piega a destra, si costeggia la facciata e ci si immette in via Maestri Comacini, pavimentata con piastrelle in porfido, fiancheggiando il lato destro della Cattedrale. Al termine si attraversa via Vittorio Emanuele e si svolta subito a sinistra costeggiando il lato meridionale di Piazza Duomo, su cui prospettano la facciata gotico-rinascimentale della Cattedrale e, accanto, l’edificio duecentesco del Broletto con facciata in marmi policromi del XV secolo. Ci si immette in via Cinque Giornate, pavimentata con piastrelle in porfido; all’angolo con Piazza Duomo si trova quello che era il Negozio Vitrum, progettato da Giuseppe Terragni nel 1930 (ora è un negozio di abbigliamento). Al termine dell’isolato, dopo 130 metri circa si svolta a destra in via Pietro Boldoni, pavimentata con piastrelle in porfido. Si prosegue lungo la via: dopo 120 metri, all’incrocio con via Francesco Ballarini, il fondo diventa in lastricato e si giunge in Piazza Pietro Amato Peretta, su cui prospetta l’imponente edificio della Banca d’Italia, edificato negli anni Cinquanta dello scorso secolo sull’area del demolito quartiere della Cortesella che qui sorgeva. Di origine romana, fin dal Medioevo era uno dei centri economici più importanti della città antica (anche per la sua vicinanza con il porto); fu letteralmente sventrato dall’intervento “risanatore” voluto dal nuovo Piano Regolatore del Comune (1937) e gli abitanti trasferiti. Al concorso per quel Piano Regolatore, nel 1934, anche Giuseppe Terragni con altri architetti comaschi e milanesi presentò un progetto, noto come CM8, nel quale la Cortesella doveva essere un punto privilegiato del centro storico dove pensare “operativamente” al rinnovamento della città. Terragni aveva ipotizzato un insieme di edifici “a pettine” dotati di portici sede di attività commerciali, che da via Bernardino Luini andavano a Piazza Cavour; queste intuizioni non furono però recepite in quello che sarà poi il Piano approvato. All’inizio di Piazza Peretta si piega a sinistra, immettendosi in via Francesco Muralto. Dopo circa 60 metri il fondo ritorna a essere in piastrelle di porfido; nello slargo sulla destra, sul fianco di un edificio, campeggia un grande murale con un’opera in ceramica realizzata nel 2002 da Nino Lupica dell’Accademia di Belle Arti “Aldo Galli” di Como. Una targa spiega il motivo dell’opera: «La Curtesela. Il filo rosso della memoria. Ricordo di un quartiere demolito». Si continua su via Muralto tenendo la destra dopo l’incrocio con via Olginati fino a piazza Volta. Arrivati nella piazza (pavimentata in cemento granigliato, con inserti di piastrelle in porfido e di lastre in pietra), tenendo la sinistra, si può fare una breve deviazione in via Garibaldi, dove al numero civico 2 (sul lato destro della via) sorge l’Albergo Posta. Si torna sui propri passi nella piazza e si tiene la sinistra per una quarantina di metri; dopo aver attraversato sulle strisce pedonali la parte orientale della piazza, si imbocca via Giulio Rubini, che si percorre sul marciapiede asfaltato del lato destro. Dopo 140 metri si svolta a destra in Viale Felice Cavallotti, proseguendo sempre sul marciapiede in piastrelle di porfido. Occorre fare attenzione, dopo circa 70 metri circa, ai due paletti in ferro che precedono e ai due che seguono la striscia porfidata antistante l’ingresso del cancello del numero civico 8. Dopo circa 100 metri dalla svolta si arriva all’incrocio con Lungo Lario Trieste. Si attraversa sulle strisce pedonali al semaforo (attenzione ai due paletti in ferro poco prima dell’attraversamento) e, piegando a sinistra, dopo una decina di metri, si gira a destra e si imbocca Viale Guglielmo Marconi, pedonale, con fondo in cubetti di porfido, che attraversa i Giardini a lago. Dopo una ventina di metri, guardando alla propria sinistra, in un’ampia aiuola, si può vedere da lontano la locomotiva modello 851 del 1909 che ricorda la presenza in questa zona, fino agli anni Sessanta dello scorso secolo, dello scalo a lago delle Ferrovie dello Stato (per saperne di più http://digilander.libero.it/felice/Comoscalilago.htm).
Dopo 40 metri si piega a destra, si attraversa la fascia lastricata e, piegando a sinistra, ci si immette nel viale parallelo con fondo in cubetti di porfido. Qui si incontra alla propria destra il Monumento alla Resistenza, inaugurato nel 1983 dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il monumento, realizzato dal Comune su proposta dell’Istituto di Storia del Movimento di Liberazione di Como su progetto dell’architetto milanese Gianni Colombo, accoglie pietre dei campi di sterminio nazisti e della città di Hiroshima, oltre ad alcune lapidi con scritti dei condannati a morte nel secondo conflitto mondiale. Sullo sfondo, sulla diga foranea che si estende nel primo bacino del lago di Como, terminata nel 1868, svetta il monumento in onore di Alessandro Volta “The Life Electric”, realizzato nel 2015 dall’architetto Daniel Libeskind. Alto circa 16,5 metri, ha la forma di due sinusoidi che si contrappongono e giocano reciprocamente tra curve e movimento; come ha scritto lo stesso Libeskind: «si ispira alla tensione elettrica tra due poli di una batteria, il grande dono di Volta all’umanità. La forma dell’installazione trova cardine nella mia costante ricerca sulla rappresentazione architettonica dell’energia. L’opera congiunge gli elementi: luce, vento e acqua. Un’installazione, una gateway fisica e ideale aperta sul ventunesimo secolo».
Al termine del viale, dopo 190 metri, il fondo diventa in piastrelle di porfido e si giunge in quello che venne definito anche “Museo Urbano dell’Eclettismo, del Futurismo e del Razionalismo Comasco” tra lo stadio, lo Yacht Club e il monumento ai Caduti. l’eclettismo è rappresentato dal Tempio Voltiano (vedi Como, percorso 6- Il Cammino dell’Invenzione) voluto dall’industriale Francesco Somaini e realizzato su progetto di Federico Frigerio nel 1927, in occasione delle celebrazioni del centenario della morte di Alessandro Volta. All’interno sono conservati busti, bassorilievi e cimeli del grande fisico comasco. Si gira a sinistra in Viale Giancarlo Puecher (in questo tratto l’asfalto è sconnesso) e, dopo circa 100 metri, piegando a destra, si “entra” nel “futurismo”: si giunge infatti all’ampio piazzale lastricato in pietra e al podio su cui sorge  il Monumento ai Caduti, realizzato nel 1933 dai fratelli Giuseppe e Attilio Terragni su disegno dell’architetto futurista Antonio Sant’Elia.
Da qui entriamo infine nel cosiddetto “Quartiere razionalista”, compreso tra Viale Puecher e Viale Sinigaglia, così chiamato per la notevole concentrazione di edifici e monumenti di questo stile architettonico. Tra gli anni Venti e Trenta dello scorso secolo, questa zona a lago, da sempre naturale linea di confine fra terra e lago, si trasformò profondamente. Con nuovi insediamenti e nuove funzioni residenziali, sportive e celebrative, l’intera area assunse un volto e un’ “anima” “nuovi”, perfettamente in linea con il progetto della “città moderna” razionalista, il che la rende tuttora di grandissimo interesse nel tessuto urbano di Como.
Si piega a sinistra (guardando la facciata del Monumento ai Caduti) e si segue Viale Puecher lungo il marciapiede asfaltato del lato destro. Dopo circa 50 metri, oltre un punto del servizio “Bike & Co” per il bike sharing, si incontra al numero civico 6, la sede della Canottieri Lario, progettata ed eseguita tra il 1930-1931 da Gianni Mantero. Poco oltre, al numero civico 8 si incontra la palazzina del Circolo della Vela e della Motonautica, attuale sede dello Yacht Club Mila, costruito nel 1931-32 su progetto dell’ingegnere Balsamo con la collaborazione di Attilio Terragni. Sull’altro lato della strada è il lato nord dello Stadio dedicato a Giuseppe Sinigaglia. Dopo circa una quarantina di metri dal Circolo della Vela e della Motonautica si giunge in Piazzale Francesco Somaini, su cui prospetta il capannone dell’Hangar, unico in Italia, costruito nel 1930-31 su progetto di Carlo Ponci, con l’annessa sede dell’Aeroclub Como (1935). Dopo altri cinquanta metri seguendo la segnaletica pedonale si piega a sinistra e si attraversa Viale Massenzio Masia (non ci sono le strisce); si piega ancora a sinistra, continuando lungo il marciapiede asfaltato e alberato del lato sinistro. Dopo aver attraversato via Abbondio Martinelli (non ci sono le strisce), si prosegue per altri 40 metri e si svolta a destra in Viale Sinigaglia. Lo si percorre per 50 metri, si attraversa sulle strisce e si imbocca la piccola via Campo Garibaldi, occupata quasi interamente da parcheggi. Al termine della via si gira a sinistra in Viale Rosselli; subito si incontra al numero civico 24 l’ingresso di Casa Giuliani-Frigerio, l’ultimo edificio realizzato da Giuseppe Terragni, tra il 1939 e il 1940. Si prosegue lungo il viale alberato pedonale in cubetti di porfido che fiancheggia Viale Rosselli per una novantina di metri; si attraversa l’asfaltato Viale Masia (non ci sono le strisce) e si prosegue per una sessantina di metri. Si gira a sinistra e si attraversa prima un’area a parcheggio asfaltata, poi un quadrilatero pavimentato con piastrelle in pietra e con quattro panchine in cemento, per arrivare in Viale Sinigaglia. È opportuno tenersi al centro e fare attenzione alle tre serie di bassi paletti di ferro alti 40 centimetri posti a delimitare sulla destra, la sinistra e il fondo dell’area a parcheggio.
Di fronte, con ingresso dall’altro lato del viale, sorge la ex Casa del Balilla “Giuseppe Sinigaglia”, costruita tra il 1932 e il 1936 su progetto di Gianni Mantero intorno alla preesistente struttura dello stadio Sinigaglia, quale sede dell’Opera Nazionale Balilla, con spazi per uffici, palestra e piscina. Sulla facciata una lapide con bassorilievo ricorda il campione del remo comasco (1884-1916), morto durante la Prima Guerra Mondiale e decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Si piega a destra e si prosegue sul marciapiede del lato destro di Viale Sinigaglia fino a incontrare, al numero civico 1 il Novocomum, discusso complesso progettato nel 1927 da un giovanissimo Giuseppe Terragni; all’epoca la costruzione fu soprannominata il “transatlantico” per la sua forma e dimensione. Per tornare verso il centro città si consiglia di ritornare su Viale Rosselli, dove, subito dopo un noto supermercato, si incontra la Casa Falciola,  una palazzina a tre piani fuori terra, originariamente destinata ad abitazioni, ed ora adibita ad ostello, che presenta, ben visibile dal cortile interno, una interessante interpretazione postuma del linguaggio razionalista.





Informazioni

Località di partenza Como, Piazza del Popolo
Località di arrivo Como, Monumento ai Caduti (Viale Puecher)
Tipologia del percorso urbano
Ambiente zona urbana
Lunghezza totale 2400 m circa
Tempo di percorrenza (a piedi) 45 min
Difficoltà Turistica
Dislivello in salita
Quota massima 200 m
Pavimentazione asfalto, cubetti in porfido, lastricato
Mezzi pubblici per raggiungere il punto di partenza autobus ASF; treno stazione Trenord Como Lago in Largo Leopardi; battello
Mezzi pubblici dal punto di arrivo autobus ASF; treno stazione Trenord Como Lago in Largo Leopardi; battello
Parcheggi presso il punto di partenza nei dintorni





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