Tappa 5 – Da Gajum alla Stazione Trenord di Canzo – Asso

Descrizione


Si scende lungo via Gajum; all’incrocio con via Monte Rai, asfaltata, la si imbocca in discesa. Dopo circa 200 metri dal bivio, si attraversa l’imbocco di via Lunate (attenzione perché non ci sono le strisce pedonali) e subito dopo il Punt da Sigur sulla Ravella, rifatto negli anni Settanta dello scorso secolo. Siamo un poco più a valle della località detta Maj (maglio), in riferimento alla presenza di un maglio attivo dal XVI al XVIII secolo per la lavorazione del ferro proveniente dalle miniere in località Tampa o Roncaiolo.
Superato il ponte, si attraversa la strada (attenzione perché non ci sono le strisce pedonali), oltrepassando sulla propria destra l’imbocco dell’acciottolata via Paradiso, segnato da due “colonne” in ghiandone cave all’interno, ricavate da tratti delle condotte che portavano l’acqua per alimentare il sottostante “Filatoi”. Si imbocca via Sombico; ai numeri civici 31-33 si incontra la grande costruzione a cinque piani detta il “Filatoi”, successivamente riadattata come oratorio maschile e ora solo parzialmente utilizzata. Si oltrepassa anche il numero civico 27, dove si apre il cancello del Teatro dell’oratorio maschile, attivo fino agli anni Ottanta. Siamo nell’antica Contrada di Sombico (Cuntrada da Sumbìch), il cui toponimo si riferisce probabilmente dalla sua posizione sopraelevata; dopo circa 250 metri dall’inizio della via si giunge ad uno slargo, il Cipilöö da san Ròcch, su cui si affaccia la cappella dedicata al Santo di Montpellier, delimitata da un cancello in ferro; all’interno, sopra il piccolo altare, spicca un dipinto della Madonna con San Rocco, firmato Colombo e datato 1868. A questa cappella avviene ancora oggi la recita del Rosario tutte le sere durante il mese di maggio.
Si gira a destra nell’asfaltata via Castello; la si percorre tutta e si sbocca voltando a sinistra in via Alcide De Gasperi in località Crusett, punto di sosta durante le Rogazioni. Le Rogazioni erano uno dei tanti esempi di una religiosità vicina alle esigenze dei semplici fedeli: si trattava di processioni che si svolgevano all’alba, in genere nel mese di maggio, scandite dalle litanie dei Santi e da richieste (rogare in latino significa chiedere) di protezione a Dio contro il maltempo, le carestie, le pestilenze e le guerre. Dopo 20 metri si piega a sinistra in via Torre: sul dosso alla nostra destra, in località Castèll, in posizione dominante sul paese, nella seconda metà del secolo XVI gli spagnoli posero un presidio militare, il Castello. In una parte dell’antica struttura ancora conservata e inglobata in un ex-albergo-ristorante, fino a pochi anni fa si poteva leggere una scritta sibillina: «Non te fidar de femina nesuna che tutte sono della casa di Maganza». Gano di Maganza tradì i Franchi di Carlo Magno a Roncisvalle; lo scritto fa riferimento al presunto tradimento di una domestica in servizio al castello che, avvelenando l’acqua del pozzo, decimò la guarnigione lì stanziata, colpevole di vessare i Canzesi.
Di fronte, invece, si può intravedere la sagoma di Villa Rizzoli, già Magni, fatta costruire dall’architetto torinese Pietro Fenoglio per l’industriale canzese Magno Magni tra il 1903 e il 1906; circondata da un ampio parco, è ora stata trasformata in un elegante centro ricevimenti e congressi.
Dopo 120 metri, si ignora momentaneamente la scalinata S. Anna e si continua per circa altri 10 metri sempre lungo via Torre dove, al numero civico 10, sulla sinistra, sorge una costruzione affiancata da una torretta, rifatta nel secolo scorso sul luogo di un’antica torre già presente nel Catasto Teresiano, richiamandola.
Si torna sui propri passi fino ad imboccare la Scalinata S. Anna in discesa. Al termine dei gradini, un breve tratto in asfalto sconnesso permette di immettersi in viale Rimembranze, in corrispondenza di un’edicola con un’effige novecentesca della Madonna Immacolata. Si attraversa la strada (attenzione perché non ci sono le strisce pedonali), si svolta a destra e si prosegue sul marciapiede.
Sul lato opposto di viale Rimembranze si apre Piazzale Giovanni XXIII, il nuovo piazzale del mercato, con ampi spazi adibiti a parcheggio, su cui prospettano un Centro Sportivo (con bar ristorante, pista da atletica, campi da tennis, basket, calcetto, volley); questa località è definita Camp da Miro, toponimo che però non si riferisce al Santo, ma al nome dell’ultimo affittuario.
Il rilievo di fronte è la Costa di Cranno, i cui fianchi fino alla fine dell’800 erano solcati da terrazzamenti a ronco su cui era coltivato il vitigno La Veronica, da cui si ricavava un asprigno vinello rosso locale.
Si continua dunque sul marciapiede fino al piazzale in ghiaietto del Cimitero, lo si attraversa e si scendono i sei gradini che lo raccordano con l’asfaltata Piazza Caduti Alpini, adibita a parcheggio. Si attraversa anche la piazza, ci si immette in via Laguccio e si prosegue sempre sul marciapiede del lato sinistro. Dopo circa 300 metri si attraversa sulle strisce pedonali e si risale sul marciapiede del lato opposto della via, che costeggia il parcheggio del supermercato EFFE3. Dopo circa 70 metri, giunti all’incrocio con via Verza, si gira a destra e si continua per circa 80 metri, fino alla gelateria Marli. Qui si attraversa via Verza sulle strisce pedonali (c’è anche un semaforo a chiamata), si volta a destra e si prosegue per pochi metri fino al piazzale della  Stazione Trenord di Canzo – Asso, dominato dal grande edificio capolinea della Linea Milano – Erba – Asso delle ex Ferrovie Nord Milano, realizzato nel 1922.
Sul lato opposto di via Verza è ancora riconoscibile, nonostante le ingenti trasformazioni, l’ex filanda di Villa (Cà) Verza, la più importante di Canzo, inaugurata nella seconda metà del Settecento dall’imprenditore Carlo Verza. Una parte del complesso (di cui si vede ancora l’antica ciminiera in mattoni) fu acquistata da Salvatore Fiume, grande pittore italiano del Novecento, che ne fece il suo studio e la sua abitazione; dalla morte dell’artista è sede della Fondazione a lui intitolata.

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Per informazioni sull’attività estrattiva a Canzo:
Sito dell’Associazione Ad Metalla





Informazioni

Località di partenza Canzo, località Gajum
Località di arrivo
Canzo – Asso, piazzale della Stazione Trenord
Tipologia del percorso Turistica
Lunghezza totale
2100 m circa
Tempo di percorrenza (a piedi)
30 min
Difficoltà
turistica
Dislivello in salita

Quota massima
485 m
Pavimentazione
asfalto, cubetti di porfido, acciottolato, ghiaietto
Mezzi pubblici per raggiungere il punto di partenza

Mezzi pubblici dal punto di arrivo
treno Trenord (vedi sito Trenord), autobus (vedi sito bus di linea)
Parcheggi presso il punto di partenza





Punti di Interesse

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