C’era unA.Volta: il Cammino dell’invenzione


 


Tappa 1 – La convalle

Casa natale di Alessandro Volta

Casa natale di Alessandro Volta

Informazioni
Collocazione: la casa natale di Alessandro Volta si trova in via Volta 62 a Como
Pavimentazione: il fondo stradale di via Volta è in piastrelle di porfido con fasce laterali lastricate in pietra. L’androne è pure lastricato in pietra
Barriere architettoniche: ai lati del portale ci sono due bassi paracarri conici in pietra
Accesso: si accede dall’ingresso di via Volta
Servizi: parcheggi disponibili in Viale Varese, ma non all’interno della città murata (tranne che all’Arena in via Vincenzo Bellini 21); fermate degli autobus urbani ed extraurbani disponibili fuori dalla città murata. Biblioteca Comunale di Como in Piazzetta Venosto Lucati
Svago e Ristorazione: bar e caffetterie in zona; giardino pubblico lungo viale Varese con fontanella
Altre informazioni: zona pedonale a traffico limitato. La struttura è di proprietà privata e pertanto non è generalmente visitabile; è però possibile prendere contatti con la segreteria dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Como, tel. 031.269810 (da lunedì a venerdì ore 9.00-12.00) per la visita alla parte di competenza

Descrizione
(Silvia Fasana)

La casa in cui Alessandro Volta nacque il 18 febbraio 1745, sesto figlio di Filippo e Maddalena Inzaghi, e morì il 5 marzo 1827, è il risultato dall’accorpamento di vari edifici contigui avvenuto fin dal 1536, quando un antenato del fisico, Zanino, si era trasferito da Loveno di Menaggio a Como. Nel 1803 lo stesso fisico, ritenendola troppo piccola e inadeguata, anche se avrebbe voluto Palazzo Rezzonico (ora sede del Museo Storico “Giuseppe Garibaldi”), si accontentò di ampliarla ulteriormente acquistando una casa attigua dai Raimondi.
Nel 1862 l’abitazione fu acquistata da Carlo Pizzala che la fece radicalmente restaurare, conferendole l’attuale aspetto tardo-neoclassico.
Attualmente l’edificio ospita la sede dell’Ordine degli Ingegneri, uffici e abitazioni private.
Sulla facciata, a destra del portone di ingresso, una lapide ricorda «Fu questa / l’avita casa / di / Alessandro Volta / il Municipio p.».
Da segnalate l’interessante giardino pensile disposto sul terrapieno lungo le mura.

Contatti

Ordine degli Ingegneri della Provincia di Como via Volta 62 Como; tel. 031.269810; info@ordingcomo.org; www.ordingcomo.org

Info Point, Via Albertolli 7, Como; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Leggi qui per saperne di più sulla casa natale di Alessandro Volta:

Sito turistico del Comune di Como 
Sito dedicato ad Alessandro Volta 
Sito dedicato alle passeggiate creative “Sulle orme di Volta”

Torre Gattoni
Torre Gattoni

Informazioni
Collocazione: la Torre Gattoni si trova all’angolo tra Viale Varese e Viale Cattaneo a Como
Pavimentazione: la torre è circondata su quattro lati da un’ampia fascia erbosa separata da un cordolo in pietra di circa 10 centimetri dall’area mercato che costeggia i viali Varese e Cattaneo
Accesso: –
Servizi: parcheggio nell’area dedicata lungo Viale Varese; fermate degli autobus urbani ed extraurbani disponibili in zona; sportelli Bancomat in via Giulini, via Milano-angolo Piazza Vittoria. Biblioteca Comunale di Como in Piazzetta Venosto Lucati
Svago e Ristorazione: bar e caffetterie in zona; giardino pubblico lungo viale Varese con fontanella
Altre informazioni: la torre è tuttora di proprietà del Comune di Como e viene aperta al pubblico solo in occasioni particolari

Descrizione
(Silvia Fasana)

Mentre Giulio Cesare Gattoni (1741-1809) frequentava l’ultimo anno di Retorica dai Gesuiti, nel 1758, entrò nel collegio anche il più giovane Alessandro Volta (minore di lui di quattro anni), che Gattoni già frequentava da tempo come vicino di casa e compagno di giochi. La vicinanza negli studi approfondì tale familiarità e ne nacque una solida amicizia e una collaborazione, favorita dai comuni interessi e dalla curiosità verso i fenomeni fisici. Nel laboratorio che aveva inizialmente allestito in casa propria, Gattoni, ordinato sacerdote nel 1765 e nominato Canonico della cattedrale, ospitò frequentemente l’amico, con cui condusse i primi esperimenti sui fenomeni naturali, sulle proprietà dei gas, sull’elettricità e sulla meteorologia. In conseguenza di questi esperimenti, nel 1869 Volta scrisse la sua dissertazione De vi attractiva ignis electrici ac phoenomenis inde pendentibus, dedicato a Giovanni Battista Beccaria e, nel 1771, lo scritto Novus ac simplicissimus electricorum tentaminum apparatus, dedicato a Lazzaro Spallanzani. Di quel periodo Gattoni scrisse che nel Volta aveva trovato un «indivisibile compagno», ma a partire dal 1774 le loro relazioni divennero meno strette, poiché quest’ultimo fu nominato Reggente delle Scuole Pubbliche di Como e, successivamente, professore di Fisica Sperimentale presso l’Università di Pavia.
Verosimilmente attorno al 1784 (come attestato dallo stesso Giovio) Gattoni ottenne in uso dal Comune di Como (grazie all’interessamento di Giovan Battista Giovio, allora Conservatore nella Congregazione di Patrimonio), l’antica torre medioevale di Porta Nuova (oggi più nota come Torre Gattoni), per trasferirvi il laboratorio di fisica che aveva presso la sua abitazione, realizzando anche un osservatorio meteorologico e un museo con animali imbalsamati, conchiglie, minerali, ma anche armi e armature e reperti archeologici. Questa costruzione segna l’angolo sud-orientale delle mura cittadine, prendeva il nome dal Castello Nuovo eretto contemporaneamente alle mura della città nel 1158 e distrutto nel 1447, al tempo della Repubblica di Sant’Abbondio, perché ritenuto superfluo. A pianta pentagonale (come la coeva Torre di San Vitale situata all’estremo opposto del lato meridionale delle mura), è caratterizzata da una leggera inclinazione, forse già manifestatasi nel corso della sua costruzione.
Questo museo doveva essere piuttosto famoso all’epoca, tanto da essere visitato da nomi quali lo scienziato poligrafo Carlo Amoretti, la naturalista Candida Lena Perpenti e l’alpinista e scienziato svizzero Horace-Bénédict de Saussure.
Già sul tetto della sua casa in Contrada di Porta Nuova aveva installato nel 1768 una spranga frankliniana, costruita in modo da fungere contemporaneamente da parafulmine (molto probabilmente il primo in Italia) e da «esploratore dell’elettricità atmosferica», come egli stesso scrisse; quando ebbe in uso la Torre lo spostò sulla sua sommità.
Agli inizi dell’Ottocento Gattoni aprì ai docenti e agli studenti del nuovo Liceo di Como la torre con il museo di scienze naturali, il gabinetto di fisica e l’osservatorio meteorologico. Prima della sua morte, avvenuta nel 1809, egli donò in due riprese le sue apparecchiature allo stesso Liceo che nel 1865 sarà dedicato all’amico Alessandro Volta; le sue donazioni sono ricordate da una lapide sulla breve scala di accesso alla Biblioteca nuova dell’Istituto, fatta apporre subito dopo la sua morte dal Prefetto della Provincia, Michele Vismara su decreto del Viceré Eugenio Beauharnais.
La vocazione “elettrica” del monumento si rinnovò successivamente attorno agli anni Trenta dello scorso secolo, quando la Torre divenne sede della prima cabina elettrica che erogava la corrente per l’illuminazione della città murata, rimasta attiva fino al 1958, come ancora oggi testimoniato dalla presenza del quadro elettrico con gli strumenti di misura e dei sezionatori, nonché dei trasformatori detti a “basculla”.

Contatti

Info Point, Via Albertolli 7, Como; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Per saperne di più sul rapporto tra Gattoni e Volta:
http://www.treccani.it/enciclopedia/giulio-cesare-gattoni_(Dizionario-Biografico)/
https://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Cesare_Gattoni

Per saperne di più:
Sito turistico del Comune di Como
Sito dedicato ad Alessandro Volta 
Sito dedicato alle passeggiate creative “Sulle orme di Volta” 

facciata

Liceo “Alessandro Volta”

Informazioni
Collocazione: la sede del Liceo Classico e Scientifico “A. Volta” si trova in via Cesare Cantù 57 a Como
Pavimentazione: via Battisti è in piastrelle di porfido con fasce laterali lastricate in pietra; i gradini di accesso al porticato sono in pietra, mentre la pavimentazione sotto il porticato è in cemento, ad eccezione della fascia in corrispondenza dei basamenti delle colonne, che è in pietra. Lo spazio tra il portone di accesso e la seconda porta interna all’Istituto è lastricato in pietra, con un riquadro centrale in cemento. L’atrio è in piastrelle di pietra
Barriere architettoniche: l’ingresso è separato dal livello della via da un basso gradino (5 centimetri) che permette di accedere al pianerottolo sotto il portico antistante la facciata. Proseguendo verso nord lungo via Cantù, l’alzata del gradino aumenta progressivamente; in corrispondenza dell’ingresso alla chiesa di S. Cecilia e del portone successivo questo gradino è diviso in due più bassi per facilitare l’accesso. C’è una bassissima soglia in pietra in corrispondenza del portone di ingresso
Per salire al primo piano, dove si trova la raccolta di strumenti scientifici, c’è un ampio scalone di bassi gradini in pietra; è però presente un ascensore (con chiave che può essere richiesta)
Accesso: si accede dall’ingresso principale in via Cesare Cantù 57, a sinistra (guardando la facciata) del portone di S. Cecilia. Questo ingresso immette in una bussola con apertura frontale
Servizi: Autosilo in via Auguadri (800 posti auto); fermate degli autobus urbani ed extraurbani disponibili in zona al di fuori della città murata; sportelli Bancomat in via Giulini, via Milano-angolo Piazza Vittoria; bagni pubblici nel sottopasso di Viale Spallino; farmacia in via Cesare Cantù. Biblioteca Comunale di Como in Piazzetta Venosto Lucati
Svago e Ristorazione: bar, caffetterie e negozi di vario genere in zona; piccolo giardino pubblico tra Viale Spallino e via Milano
Altre informazioni: zona pedonale a traffico limitato. Per informazioni sulle possibilità di visita alla collezione di fisica, ci si può rivolgere alla segreteria dell’Istituto, tel. 031.261498 (da lunedì a venerdì 10.30-12.30; sabato 10.00-12.00)

Descrizione
(Paola Corradi)

In età Napoleonica, agli inizi dell’Ottocento, il Ginnasio di Como (dove Alessandro Volta era stato professore di Fisica sperimentale dal 1775 al 1778) venne trasferito dalla sua originaria sede accanto alla chiesa del Gesù all’ex convento delle agostiniane di S. Cecilia, soppresso nel 1798. Nello stesso edificio, a seguito della legge sulla pubblica istruzione del settembre 1802, con l’anno scolastico 1803-1804 era stata istituita anche una nuova scuola “subuniversitaria”, denominata nel 1810 “Liceo dipartimentale del Lario”.
La ristrutturazione dei locali del vecchio convento per adattarli alle nuove esigenze era stata affidata già nel 1804 all’architetto Simone Cantoni. Dello stesso Cantoni è il disegno della Sala Benzi, realizzata per accogliere le biblioteche provenienti dal Collegio dei Dottori, da quello dei Gesuiti e altre raccolte di fondazioni ecclesiastiche soppresse da Austriaci e Francesi. Questo ricco patrimonio librario andrà a costituire il primo nucleo della Biblioteca Comunale di Como. Nel 1816 venne completata l’elegante facciata neoclassica, abbellita da un porticato con otto colonne di marmo cipollino con basi e capitelli corinzi provenienti dall’ex battistero di S. Giovanni in Atrio, a loro volta probabilmente recuperate da un edificio romano più antico. I lavori di adeguamento continuarono anche negli anni successivi con Biagio Magistretti, docente nella stessa scuola. Nel 1838, a seguito di una circolare governativa del Viceré austriaco Raineri, venne istituito il Gabinetto Tecnologico di fisica sperimentale e di scienze naturali, che comprendeva anche la dotazione del Real Ginnasio e le ricche collezioni lasciate alla scuola dal canonico Giulio Cesare Gattoni qualche decennio prima. Negli anni 1845-1846 i figli di Alessandro Volta, Zanino e Luigi, donarono al Liceo un certo numero di strumenti inventati e utilizzati dal padre; questi “cimeli”, ripetutamente richiesti dal Comune di Como per il suo Museo, gli furono definitivamente consegnati nel 1897, ma la gran parte di essi andò distrutta durante l’incendio che devastò la grande Esposizione Voltiana del 1899.
Presso la scuola c’era anche un Orto Botanico, realizzato da Giuseppe Comolli, insegnante al Liceo dal 1809 al 1817.
Nel 1851, in seguito alle nuove normative austriache, fu disposta la fusione del Ginnasio e del Liceo nel nuovo Ginnasio Liceale, della durata di otto anni; separati otto anni dopo, in seguito ai rivolgimenti politici, solo nel 1877 i due corsi furono definitivamente uniti. Nel 1865 l’Istituto fu intitolato ad Alessandro Volta, per ricordare la presenza dello scienziato presso il Real Ginnasio. Con l’anno scolastico 2015-2016, al Liceo Classico è stato affiancato il Liceo Scientifico.
Già nel 1832 nell’Aula magna (Grand’Aula) della scuola era stato inaugurato un busto marmoreo del grande fisico, opera di Gaetano Monti, donato da Francesco Mocchetti, docente del Liceo e già allievo ed estimatore di Volta; nel 1834 il busto fu spostato nell’atrio, dove si può vedere tutt’ora.
Il Liceo “A. Volta” conserva una pregevole raccolta di strumenti scientifici di epoca voltiana già facente parte del primo Gabinetto Tecnologico di fisica sperimentale e di scienze naturali. Negli anni 1998-2003 la collezione è stata accuratamente restaurata grazie al contributo dell’Amministrazione Provinciale di Como e di Fondazione Cariplo e le è stato dato un degno allestimento grazie al lavoro delle insegnanti Elettra Coen e Loredana Mattalia con l’architetto Darko Pandakovic. Gli strumenti più antichi risalgono all’ultimo quarto del XVIII secolo, mentre il gruppo più numeroso è datato alla prima metà dell’Ottocento. Gli oggetti presenti nelle bacheche riguardano i campi più disparati della fisica: dalla meccanica all’astronomia, dall’ottica all’acustica, fino ad arrivare alla calorimetria, alla dinamica dei fluidi, all’elettricità, al magnetismo. Tra questi apparecchi conservati nella sezione “Giochi”, è interessante ricordare il cosiddetto “Moretto”. Già indicato negli inventari del 1807 come «una statua indicante un Turco con lucerna ad aria infiammabile», risulta citato in alcuni scritti dello stesso Volta: «Un mio amico qui in Como [verosimilmente Giulio Cesare Gattoni]… ha anche costruito una statua, e postala al ripiano di una scala, di cui la testa di rame è una bomba e che porta in mano una pistola ec.» e «Non è possibile dirvi quante sperienze curiosissime io abbia già fatte, e quante più far si possano con questa pistola per mezzo della scintilla elettrica. Figuratevi qual fu lo stordimento di molti spettatori, in presenza de’ quali diedi fuoco alla pistola colla punta del mio dito (essendo io elettrizzato sullo sgabello). … Ma ciò che sopratutto li fece trasecolar si fu l’eccitar lo sbaro della pistola in distanza dalla macchina che si facea giocare».
Il Liceo ospita anche un interessante museo di Storia naturale (1847), già parte anch’esso del primo Gabinetto Tecnologico, arricchitosi nel corso degli anni con acquisti e con donazioni da parte di cittadini. Si tratta di oltre diecimila reperti tra cui numerosi esemplari di uccelli e altri animali impagliati (celebre è il vitello a due teste), una notevole collezione di conchiglie, una raccolta entomologica, un ricchissimo erbario ottocentesco contenente esemplari di piante del Comasco, del Lecchese e della Valtellina, raccolte e classificate dal sacerdote Pietro Ronchetti, oltre a una collezione di pesci fossili del Monte Bolca, ad alcuni fossili dagli scisti ittiolitici di Perledo e a circa duemila campioni di minerali e rocce.

Contatti

Liceo Classico e Scientifico “A. Volta”, via Cesare Cantù 57, Como; Tel. 031.261498; copc020007@istruzione.it; http://www.liceovoltacomo.gov.it/

Info Point, Via Albertolli 7, Como; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Per saperne di più:
Sito del Liceo “Alessandro Volta” http://www.liceovoltacomo.gov.it/il-liceo-a-volta/60-il-museo-di-scienze.html
Sito dell’architetto Darko PandaKovic http://www.studiopandakovic.it/progettazione/museografia/interventi-museografici/liceo-volta-galleria-collez/index.html
Sito turistico del Comune di Como http://www.visitcomo.eu/it/scoprire/musei/altri-musei/museo_scienze_liceo_volta/index.html
Sito dedicato ad Alessandro Volta http://alessandrovolta.it/luoghi-voltiani/como/liceo-ginnasio-volta/ e http://alessandrovolta.it/musei-e-mostre/musei-permanenti/museo-del-liceo-volta-como/
Sito dedicato alle passeggiate creative “Sulle orme di Volta” http://passeggiatecreative.it/index.php/project/sulle_orme_di_volta/

Segnaliamo anche:
E. Coen, L. Mattalia, La collezione museale di strumenti di fisica del Liceo Classico “A. Volta” di Como, Provincia di Como, Liceo Classico “A. Volta” Como, Como 2002.
Il Gabinetto di Fisica del Liceo Classico A. Volta di Como. Riflessioni sulla cultura didattico-scientifica di fine Settecento, Editoriale Lombarda, Como 2003.

facciata

S. Donnino

Informazioni
Collocazione: la chiesa di S. Donnino si trova in via Diaz a Como
Pavimentazione: la via Diaz è in piastrelle di porfido con fasce laterali lastricate in pietra; i gradini di accesso al sagrato e lo stesso sagrato sono in lastre di pietra
Barriere architettoniche: al piccolo sagrato antistante (non protetto sul lato anteriore) si accede da un’ampia scalinata centrale di 11 gradini, affiancata sui due lati da corrimani in ferro. La scalinata (dal terzo gradino) però è normalmente chiusa da un basso cancello in ferro. All’interno della chiesa si accede superando altri due gradini in pietra. Una bussola permette l’ingresso alla chiesa.
Servizi: parcheggi non disponibili all’interno della città murata (tranne che all’Arena in via Vincenzo Bellini 21); fermate degli autobus urbani ed extraurbani al di fuori della città murata; farmacia in via Cesare Cantù. Biblioteca Comunale di Como in Piazzetta Venosto Lucati
Svago e Ristorazione: di fronte alla chiesa si erge palazzo Volpi, sede della Pinacoteca Civica; bar, caffetterie e negozi di vario genere in zona
Altre informazioni: zona pedonale a traffico limitato. La chiesa, quasi sempre chiusa, dipende della Comunità Parrocchiale della Città murata (tel. 031.267295), a cui è possibile rivolgersi per informazioni.

Descrizione
(Alberto Rovi)

Sopraelevata artificialmente rispetto al livello stradale per cause non ancora chiarite da indagini archeologiche, è dedicata al martire soldato – condannato alla decapitazione – le cui spoglie si venerano a Fidenza. Il culto del Santo, da Fidenza irradiatosi nell’Italia centro-settentrionale, è giunto fino a Como attestandone indirettamente il destino di tappa sulla via di pellegrinaggio per Roma. Le linee neoclassiche di facciata (1813) si devono al collaboratore del celebre Cantoni, l’architetto Carlo Polti, che definì il corpo avanzato del nartece con semicolonne ioniche e timpano emergente. La lunetta che da luce all’unica navata reca una vetrata con San Donnino di Eugenio Rossi, autore di analoghe opere del dopoguerra nelle due cappelle laterali più antiche, prossime all’altare maggiore, dedicate al Crocifisso (affreschi di Gian Domenico Caresana, 1619-1620) e alla Vergine (affreschi del Fiamminghino, primo ‘600, come pure gli affreschi della volta e il quadro laterale dell’Assunta – già pala d’altare, contrapposto alla Natività di Maria di Ludovico Pogliaghi, 1888).
La statua lignea policroma del Santo titolare (Ezechiele Trombetta, fine ‘800) è collocata in nicchia nella rettilinea parete absidale ampliata da un efficace trompe l’oeil di Giuseppe Coduri Vignoli (primo ‘800) sviluppato attorno ai settecenteschi Mosè ed Elia di Francesco Silva. Recentemente è stata recuperata la pala d’altare barocca. Lesene in stucco lucido d’intonazione calda scandiscono solennemente il vano della navata, sovrastata da una luminosa volta a botte con stucchi in stile di Angelo Menolli (1937), e aperta da altre due cappelle, subito superato il nartece: la più recente dedicata a S. Antonio da Padova, con statua lignea recente e affreschi del Chiesa (1836-1837), la più ricca, a sinistra, di patronato dei Volpi che abitavano il palazzo di fronte, oggi Pinacoteca: affreschi in volta di Antonio Crespi detto il Bustino (1675) entro stucchi di Giovanni Battista Barberini (1662), altare di Francesco Rusca da Campione (1630), raffinate incrostazioni di marmi alle pareti (1647-1658), pala d’ignoto con San Domenico e San Filippo Neri adoranti Gesù Bambino affidato dalla Vergine a Sant’Antonio da Padova.
Due sculture significative sono il piccolo gruppo antico della Pietà nell’andito sinistro tra il nartece e la navata e il Crocifisso, dono proveniente da Saragozza, custodito in sacrestia, collegato per tradizione alla vicenda del riscatto di un crocifisso presso i Turchi narrata da un dipinto, anch’esso in sacrestia, dove si conserva pure un quadro di Gian Domenico Caresana, San Francesco in adorazione del Crocifisso (1610) adattato all’armadio.

Nella chiesa di S. Donnino il futuro inventore della pila fu battezzato il 19 febbraio 1745 dal prevosto Moiana con i nomi di Alessandro Giuseppe Antonio Anastasio. In una lapide, posta in occasione del secondo centenario della nascita di Volta (1945) presso il fonte battesimale, è riportato il testo dell’atto di battesimo.
Volta frequentava molto spesso S. Donnino, vicino alla casa avita, dove insegnò catechismo. A questo proposito Callisto Grandi scriveva: «Quasi tutte le domeniche […] egli, in un angolo della chiesa di S. Donnino, è circondato da una moltitudine di giovani e giovanetti tutti intenti ad apprendere dal di lui labbro il catechismo, che esso magistralmente loro insegna. Non c’è nel Volta né sussiego, né severità, è tutto bontà e dolce persuasione, più che un maestro espertissimo, appare un padre in mezzo ai propri figli e con mille maniere se ne accattiva l’amore, la docilità, l’attenzione […] I giovani vi accorrevano numerosi […] La classe di dottrina del Volta era la più affollata e spesso molti non vi trovavano posto!».
Su un pilastro sulla destra dell’entrata una lapide ricorda: «Qui battezzato, / Alessandro Volta / sentì la grandezza della fede / e insegnando il catechismo ai fanciulli / si preparò, con il miracolo della pila, / a trasformare il faccia del mondo».
Sempre nella chiesa di S. Donnino, il 7 marzo 1827 venne celebrato il rito funebre del fisico. (S.F.)

Contatti

Comunità Parrocchiale della Città murata via Vittorio Emanuele II 94, Como; Tel. 031.267295; comosanfedele@gmail.com; www.parrocchiasanfedelecomo.it

Info Point, Via Albertolli 7, Como; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Per saperne di più:
Sito della Parrocchia di S. Fedele
Sito dedicato ad Alessandro Volta http://alessandrovolta.it/luoghi-voltiani/como/chiesa-di-san-donnino/
Sito dedicato alle passeggiate creative “Sulle orme di Volta” http://passeggiatecreative.it/index.php/project/sulle_orme_di_volta/

complesso chiesa e collegio del gesu

Ex Collegio dei Gesuiti

Informazioni
Collocazione: via Lambertenghi
Pavimentazione: la strada e la piazzetta sono in piastrelle di porfido con due fasce laterali lastricate in pietra
Servizi: parcheggi non disponibili all’interno della città murata (tranne che all’Arena in via Vincenzo Bellini 21); fermate degli autobus urbani ed extraurbani al di fuori della città murata. Biblioteca Comunale di Como in Piazzetta Venosto Lucati
Svago e Ristorazione: bar, caffetterie e negozi di vario genere in zona
Altre informazioni: zona pedonale a traffico limitato. Nella struttura è attualmente ospitata la mensa festiva dei Padri Vincenziani, una Casa Famiglia dei Vincenziani, gli uffici di Porta Aperta della Caritas diocesana, un servizio di cucina per i profughi sempre della Caritas e il servizio di guardaroba gestito dalle Conferenze di San Vincenzo

Descrizione
(Silvia Fasana)

Fin dalla seconda metà del Cinquecento i Gesuiti avevano aperto presso il loro convento a fianco della chiesa dei SS. Felice e Amanzio (chiesa del Gesù) un collegio che si occupava dell’istruzione dei giovani dell’aristocrazia cittadina. In questo collegio, due secoli più tardi, studiò anche il giovane Alessandro Volta: dal 1758 al 1760 frequentò la “Scuola di Rettorica” e iniziò quella di Filosofia, attirando l’attenzione di un padre gesuita, Padre Gerolamo Bonesi, che cercò di convincerlo a entrare nella Compagnia di Gesù. Ma lo zio paterno don Alessandro, che ne seguiva l’educazione dopo la morte del padre, lo ritirò dai Gesuiti e lo iscrisse al Seminario Benzi. Quando, qualche anno dopo, nel 1773 la Compagnia di Gesù fu soppressa, il governo, per non privare la città del prestigioso istituto di istruzione, dispose subito di acquisire il Collegio e di continuare le lezioni già a partire dall’anno scolastico 1774-1775, trasformandolo in Real Ginnasio. Qui c’erano le classi di Grammatica, di Umanità e di Retorica; dopo alcune incertezze furono riattivate le cattedre di Logica e Metafisica, di Fisica sperimentale, di Geometria, di Diritto naturale e di Filosofia morale che in parte provenivano dai corsi superiori creati dai Gesuiti nel loro Istituto, in parte dalle cattedre fondate nel Collegio dei Dottori. Fin dal 1774 Alessandro Volta era stato nominato Reggente delle Scuole di Como, distinguendosi per le sue analisi della situazione e le sue proposte di miglioramento dell’istruzione pubblica, da cui emergeva una reale preoccupazione culturale ed educativa nei confronti dei giovani. Nel 1755 gli fu assegnata la cattedra di Fisica sperimentale nel Real Ginnasio, che mantenne fino al suo passaggio all’Università di Pavia nel 1778. In questo ruolo Volta si darà da fare per creare una dotazione libraria da mettere a disposizione degli studenti, ma soprattutto mettendo le basi per organizzare un Gabinetto di Fisica, procurando strumenti a prestito, acquistandoli o costruendoli personalmente o tramite artigiani («i barometristi» locali), preoccupandosi anche di reperire i fondi necessari. Questo Gabinetto doveva essere allo stesso tempo un prezioso strumento didattico per gli alunni (egli riteneva che l’insegnamento della fisica dovesse essere coinvolgente, utile e dilettevole insieme, basato su esperienze concrete), ma anche un luogo funzionale alle ricerche dello scienziato. Contemporaneamente alla progettazione del laboratorio, Volta introdusse importanti innovazioni didattiche tra cui pubbliche dimostrazioni di esperienze di fisica tenute da gli studenti in lingua italiana.
In età Napoleonica, il Real Ginnasio di Como venne trasferito nell’ex monastero delle agostiniane di S. Cecilia; dall’anno scolastico 1803-1804 nello stesso edificio era stato istituito anche il primo Liceo cittadino. Nel 1851 il Ginnasio fu accorpato con il Liceo nel nuovo Ginnasio Liceale (dalla durata di otto anni) e nel 1865 l’istituto fu intitolato ad Alessandro Volta, per ricordare la presenza dello scienziato presso il Real Ginnasio.

Contatti

Info Point, Via Albertolli 7, Como; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Monumento a Volta
Monumento ad Alessandro Volta

Informazioni
Collocazione: il monumento ad Alessandro Volta si trova in Piazza Volta a Como
Pavimentazione: Piazza Volta è pavimentata in cemento granigliato, con inserti di piastrelle in porfido, di lastre in pietra e di cubetti in pietra
Barriere architettoniche: occorre fare attenzione perché la piazza non è piana, ma ha dei dislivelli con variazione di pavimentazione creati durante l’ultima sistemazione dell’arredo urbano
Servizi: Autosilo in via Rubini; fermate degli autobus nelle vicinanze; farmacia in via Garibaldi; sportelli bancomat in via Rubini
Svago e Ristorazione: nella zona sono presenti bar, caffetterie, ristoranti e negozi. Attorno al monumento ci sono delle panchine
Altre informazioni: zona pedonale a traffico limitato

Descrizione
(Silvia Fasana)

Nel 1838 fu inaugurato in Piazza Iasca (poi intitolata ad Alessandro Volta) un monumento dedicato al grande fisico. La statua ritrae lo scienziato in posizione eretta presso la pila; è opera di Pompeo Marchesi, uno tra i più celebri scultori del tempo. Il massiccio basamento, decorato con festoni vegetali, pennacchi, aquile e tondi con bassorilievi raffiguranti alcune celebri invenzioni voltiane, è invece di Francesco Durelli; vi è incisa una semplice dedica: «A Volta – la Patria».
In occasione delle Celebrazioni del 1999-2000 il Comune di Como ha proceduto a una valorizzazione della piazza attraverso il rifacimento della pavimentazione, il ridisegno dell’arredo urbano e del verde, oltre alla realizzazione di una particolare illuminazione.

Contatti

Info Point, Via Albertolli 7, Como; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Per saperne di più:
Sito turistico del Comune di Como http://www.visitcomo.eu/it/scoprire/monumenti/monumenti-fino-900/statua_alessandro_volta/index.html
Sito dedicato ad Alessandro Volta http://alessandrovolta.it/luoghi-voltiani/como/monumento-e-piazza/
Sito dedicato alle passeggiate creative “Sulle orme di Volta” http://passeggiatecreative.it/index.php/project/sulle_orme_di_volta/

 

istituto carducci
Istituto “Giosuè Carducci” e “Sala dei Nobel”

Informazioni
Collocazione: L’Istituto “Giosuè Carducci” si trova a Como in Viale Cavallotti 5 e 7
Pavimentazione: il marciapiede lungo il viale è in piastrelle di cemento granigliato (bordato ai lati da due fasce in piastrelle di porfido), mentre corrispondenza degli ingressi ci sono delle fasce in piastrelle di porfido. Oltre il basso muretto di recinzione in cemento, sormontato da una cancellata in ferro e aperto da cancelli sempre in ferro, in corrispondenza del numero civico 5 un vialetto in piastrelle di porfido precede un’area in cemento granigliato bordata da una fascia in pietra al di sotto del portico, mentre in corrispondenza del numero civico 7 una stretta fascia in cemento precede il gradino in pietra di accesso all’interno
Barriere architettoniche: uno scivolo porta all’ingresso dell’edificio al numero civico 5. Per salire al primo piano, dove si trova al primo piano la Sala del Museo Didattico, c’è l’ascensore
Accesso: all’edificio al numero civico 5 si accede attraverso una porta in ferro e vetro
Servizi: parcheggi disponibili in zona (viale Varese); Autosilo in via Rubini; fermate degli autobus urbani ed extraurbani nelle vicinanze; farmacia in via Garibaldi; sportelli bancomat in via Rubini
Svago e Ristorazione: bar in zona; giardini pubblici in Viale Varese
Altre informazioni: il Museo “Guido Casartelli” nella Sala dei Nobel è visitabile in autonomia previo appuntamento alla segreteria dell’associazione “Giosuè Carducci”, tel. 031.267365 (da lunedì a venerdì, ore 9.00-15.00)

Descrizione
(Silvia Fasana)

L’Istituto “Giosuè Carducci” fu eretto per iniziativa di Enrico Musa su progetto dell’architetto Cesare Mazzocchi. L’edificio, a pianta triangolare, inaugurato il 20 settembre 1910, doveva ospitare l’Associazione “Pro Cultura Popolare”, fondata nel 1903 da un gruppo di intellettuali comaschi democratici moderati, tra cui lo stesso Musa per promuovere la cultura delle classi popolari. Dopo dieci anni gli spazi furono ampliati con la costruzione di un nuovo edificio contiguo con pianta a U, collegato al primo da un piccolo portico con copertura a terrazza. Il complesso venne dotato anche di un grande giardino corredato da un orto e arricchito ai piante di pregio e da ambienti ricreativi tra cui un laghetto con un ponticello e una grotta con un acquario (che dopo la seconda guerra mondiale divenne Zoo comunale). Nel complesso trovarono sede numerose iniziative dell’Associazione che ebbero un notevole successo, come corsi di formazione tecnica, commerciale, ma anche artistica e culturale. L’Istituto fu la sede di una Biblioteca per gli adulti e una Biblioteca per i piccoli, due Scuole Popolari Superiori, una Musicoteca, una Scuola di Cultura musicale, una Scuola di Arte decorativa, un’Aula di Stenodattilografia, una Scuola per Massaie intitolata a Romualdo Borletti (referente della nota fabbrica di macchine da cucire) e un Nido per l’infanzia dove si applicava il metodo Montessori e soprattutto un piccolo, ma singolare museo.
«L’idea di costituire un Museo circolante delle Scienze (o museo scolastico) venne al presidente/fondatore dell’istituto Carducci Enrico Musa nel 1917, sull’esempio dell’organizzazione scolastica svizzera che noleggiava materiale ausiliario d’istruzione a varie scolaresche. Decise così di commissionare a un’industria specializzata parigina, la Maison Deyrolle, una completa apparecchiatura modellistica e visuale in miniatura per l’insegnamento di tutte le materie scientifiche previste dai programmi di scuola media e istituti tecnici, comprendente sette settori (Fisica, Chimica, Elettrotecnica, Storia Naturale, Igiene, Filatelia, Numismatica, Tecnologia e Merceologia). Tale corredo didattico utilizzabile dai docenti per rendere più efficaci le loro lezioni venne collocato in appositi contenitori per renderne agevole il trasporto e quindi porli a disposizione di quanti ne avessero bisogno. Il catalogo dei materiali didattici del museo venne pubblicato nel 1922 e il prestito del materiale didattico divenne attivo a partire dal 1923.
Musa provvide anche ad adattare ad aula di studio un’ampia sala nella nuova ala dell’edificio del Carducci (realizzata nel 1920), arredandola con grandi armadi ad ante vetrate e capaci cassettiere, per alloggiare tutto il materiale didattico e intitolò la sala, secondo il costume dell’Istituto, alla memoria di Guido Casartelli (1864-1915), già vicepresidente del Carducci.
Per rendere più attraente l’aspetto del locale, Musa incaricò il pittore Achille Zambelli (Vigevano 1876-Gravedona 1963) di affrescare pareti e soffitto con immagini che riproducevano parte del contenuto della collezione didattica, con particolare riferimento ad animali e natura. La composizione prevedeva alcuni medaglioni con ritratti di protagonisti della cultura comasca, ma le cose andarono diversamente, a causa un importante evento, il Congresso internazionale dei fisici svoltosi dal 12 al 17 settembre 1927, organizzato in occasione dell’Anno Voltiano, con cui Como volle celebrare il primo centenario della morte di Volta. Al congresso parteciparono ben dodici Premi Nobel, fra i quali Guglielmo Marconi (premio 1909), Max Planck (premio 1918) e Niels Bohr (premio 1922).Tra i partecipanti anche giovanissimi scienziati, fra cui Enrico Fermi, futuro “ragazzo di via Panisperna” e a sua volta futuro Nobel.
Per ricordare l’eccezionale evento, i loro nomi vennero scritti in quattro medaglioni, cancellando le immagini già impresse in precedenza. Da quel momento la Sala Casartelli venne detta “Sala dei Nobel” e rimase indissolubilmente legata al ricordo dell’Anno Voltiano. E, dopo un accurato restauro, continua a custodire ed esporre negli armadi originari tutto lo straordinario materiale didattico voluto da Enrico Musa ed ora adibito ad esclusivo uso museale».
A seguito della grande crisi, nel 1929 la Pro Cultura decise di vendere la sede dell’Istituto al Comune, che lo trasformò in Istituto Fascista di Cultura, in coabitazione con l’Istituto Magistrale, che occupò gran parte delle aule.
Attualmente il fabbricato più recente dell’istituto è diventato la sede della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria; l’altro fabbricato, quello più antico, ospita ancora la sede dell’Associazione “Giosuè Carducci” , erede della “Pro Cultura Popolare”.

(Tratto dal sito dell’associazione Iubilantes www.memorieinfoto.it)

Contatti

Associazione Giosuè “Carducci” Viale Cavallotti 7, tel. 031.267365

Info Point, Via Albertolli 7, Como; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Per saperne di più:
Sito Iubilantes “Memorie in foto” https://www.memorieinfoto.it/percorso/como-istituto-giosu%C3%A8-carducci

pubblicita esposizione voltiana
L’Esposizione Voltiana del 1899

Informazioni
Collocazione: l’Esposizione Voltiana del 1899 fu organizzata nell’area attualmente occupata dei Giardini a lago

Descrizione
(Silvia Fasana)

Nel 1899 la città di Como ricordava al mondo la figura del fisico Alessandro Volta nel centenario dell’invenzione della pila con una grande Esposizione, in grado di rivaleggiare con le Esposizioni Universali che si tenevano nelle grandi città europee e americane.
L’ingegnere comasco Eugenio Linati progettò nell’area attualmente occupata dei Giardini a lago un vasto recinto fieristico, con un’area espositiva di circa 15.000 metri quadrati. L’idea portante del suo progetto era quella di creare un padiglione unico che permettesse una visita continua, sempre al coperto, degli oggetti esposti: dai cimeli voltiani, ai nuovi ritrovati della tecnica, ai più raffinati prodotti dell’industria serica per cui Como era celebre.
Il fronte principale del padiglione centrale, rivolto verso la città, era stato realizzato in stile impero, con riferimento all’epoca di Alessandro Volta. Agli estremi della loggia si innalzavano due alte torri in forma di pila elettrica; in una delle due vi era un modernissimo ascensore, grazie al quale si saliva fino a un belvedere da cui si godeva un’inedita visuale della città.
L’unico elemento separato dal resto dell’esposizione era il padiglione artistico, in cui erano presentati, insieme agli artisti contemporanei, numerosi esempi degli stili artistici storici, scelti tra i capolavori sparsi sul territorio.
L’Esposizione voltiana, la prima dell’Italia unificata, riscosse un grandissimo successo; fu visitata dalle principali autorità politiche dell’epoca, tra cui il re Umberto I, accompagnato dalla consorte Margherita e dall’erede al trono Vittorio Emanuele Principe di Napoli con Elena del Montenegro.
Ai padiglioni si affiancavano una serie di iniziative promozionali: manifesto e locandina appositamente disegnate, innumerevoli cartoline celebrative, raduni (come il Congresso internazionale dei telegrafisti, il Congresso nazionale degli elettricisti, le Assemblee generali dell’Associazione Elettrotecnica Italiana e della Società Italiana di Fisica) e gite sociali. Un’attenzione particolare era rivolta alla musica: Giacomo Puccini, uno dei più grandi musicisti dell’epoca, compose una marcetta significativamente intitolata Scossa elettrica, mentre Lorenzo Perosi concedeva la prima assoluta del suo oratorio Il Natale del Redentore alla città di Como.
L’8 luglio 1899 però un furioso incendio, scatenatosi a causa di un mozzicone di sigaretta, distruggeva completamente, in meno di un’ora, i padiglioni dell’esposizione fra cui la rimessa che ospitava i primi esemplari immatricolati nella rete tranviaria di Como, ma non il padiglione artistico, a motivo della sua collocazione isolata. Molti cimeli furono tuttavia recuperati. Si aprì immediatamente una sottoscrizione per la ricostruzione dell’esposizione alla quale partecipò anche il Re Umberto I. Su progetto dell’architetto Linati, la ricostruzione fu completata in un mese e veniva riaperta il 20 agosto 1899.
Con la grande Esposizione Voltiana del 1899 cominciò a Como la storia dell’illuminazione elettrica. In quell’anno i fratelli Baragiola, proprietari del Grand Hotel Plinius, per primi dotarono l’albergo e le proprie abitazioni di impianti di illuminazione elettrica e l’anno successivo venne costituita la Società Elettrica Comense “A. Volta”, cui parteciparono i principali imprenditori del territorio.

Per saperne di più:
Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Celebrazioni_voltiane
Sito dedicato ad Alessandro Volta
http://alessandrovolta.it/celebrazioni-voltiane/1899-100-anni-dalla-pila/

Per saperne di più sulle altre manifestazioni cittadine in onore di Alessandro Volta:
Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Celebrazioni_voltiane
Sito dedicato ad Alessandro Volta
http://alessandrovolta.it/celebrazioni-voltiane/
Sito Iubilantes “Memorie in foto” https://www.memorieinfoto.it/percorso/lesposizione-voltiana-del-1899

Life Electric
“The Life Electric”

Informazioni
Collocazione: il monumento “The Life Electric” si trova al termine della diga foranea “Pietro Caldirola”, a Como
Pavimentazione: la diga foranea è in piastrelle di porfido (con una piccola interruzione di 10 metri in cemento dopo circa 60 metri dall’inizio). Lo slargo al termine della diga è pure in piastrelle di porfido con fasce in cemento granigliato bianco
Barriere architettoniche: –
Accesso: si accede dalla diga foranea “Pietro Caldirola”
Servizi: –
Svago e Ristorazione: bar ai giardini pubblici
Altre informazioni: la diga foranea è protetta sui due lati da ringhiere alte 1,20 metri

Descrizione
(Silvia Fasana)

Al termine della diga foranea che si estende nel primo bacino del lago di Como, di fronte a Piazza Cavour, svetta l’ultimo monumento realizzato in ordine di tempo (2015) per onorare Alessandro Volta “The Life Electric”, progettata dall’architetto polacco naturalizzato statunitense Daniel Libeskind, e donata alla città dagli Amici di Como e Consorzio Como Turistica, con il sostegno del Comune di Como e di numerosi sponsor. Si tratta di una struttura in acciaio, alta circa 13,75 metri, che ha la forma di due sinusoidi che si contrappongono e giocano reciprocamente tra curve e movimento; come ha scritto lo stesso Libeskind: «si ispira alla tensione elettrica tra due poli di una batteria, il grande dono di Volta all’umanità. La forma dell’installazione trova cardine nella mia costante ricerca sulla rappresentazione architettonica dell’energia. L’opera congiunge gli elementi: luce, vento e acqua. Un’installazione, una gateway fisica e ideale aperta sul ventunesimo secolo». Il monumento è posto sopra una fontana circolare alta circa un metro e circondata da una seduta in cemento granigliato bianco. L’illuminazione a Led a variazione biodinamica, oggetto di un’accurata progettazione, crea giochi di luce con straordinari effetti ottici studiati perché siano tanto stupefacenti quanto delicati. L’effetto costituito dalle sorgenti luminose che si riflettono nel lago si fonde con quello creato da un impianto di nebulizzazione dell’acqua, così da fare apparire l’opera come sospesa su una nuvola.

Contatti

Info Point, Via Albertolli 7, Como; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Per saperne di più:
Sito del monumento http://www.lifeelectric.it/
Sito turistico del Comune di Como http://www.visitcomo.eu/it/scoprire/monumenti/monumenti-dal-900/life-electric/index.html
Sito del Comune di Como http://www.comune.como.it/it/progetti-home/life-elettric.html
Sito dedicato alle passeggiate creative “Sulle orme di Volta” http://passeggiatecreative.it/index.php/project/sulle_orme_di_volta/

Per saperne di più su Daniel Libeskind:
Sito di Daniel Libeskind http://libeskind.com/
Daniel Libeskind su Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Daniel_Libeskind

Como,Tempio voltiano
Tempio Voltiano

Informazioni
Collocazione: il Tempio Voltiano si trova in Viale Marconi 1 a Como
Pavimentazione: attorno al Tempio si trova una fascia circolare di due metri in cubetti di granito, che racchiude, una per lato, quattro aiuole verdi. I gradini delle due scale di accesso al pronao sono in granito. Il pavimento del pronao è in lastre di pietra. Il ricco pavimento dell’aula rotonda e dei locali minori è un mosaico di marmi e pietre diverse
Barriere architettoniche: la fascia circolare in cubetti di granito attorno al Tempio è delimitata da una catena in ferro battuto retta da pilastrini alti un metro. Al pronao antistante la facciata si accede mediante due scale laterali di 15 bassi gradini; il pianerottolo è protetto sul lato anteriore da tre parallelepipedi in pietra che occupano lo spazio tra le quattro colonne. Il portone immette in un piccolo atrio profondo circa 80 centimetri, chiuso sul fondo da un’altra porta in ferro e vetro a due ante
Accesso: si accede dall’ingresso in Viale Marconi 1
Servizi: parcheggi disponibili nelle zone adiacenti
Svago e Ristorazione: bar in zona; giardino pubblico
Altre informazioni: il Tempio Voltiano fa parte del Sistema Museale della Città di Como. Si può visitare da martedì a domenica; per orari e costi vedere il sito dei Musei Civici di Como http://museicivici.comune.como.it/index.php?page=tempio-voltiano

Descrizione
(Silvia Fasana)

In occasione della Seconda Esposizione Voltiana che si teneva a Villa Olmo per celebrare il centenario della morte di Alessandro Volta, l’industriale Francesco Somaini donò alla città i capitali necessari per la realizzazione di un luogo per onorare la memoria del grande fisico. Il Tempio Voltiano venne progettato dall’architetto Federico Frigerio in stile neoclassico (in omaggio all’epoca in cui visse lo scienziato), in parte ispirandosi al Pantheon di Roma e inaugurato nel luglio 1928.
Così lo descrisse nell’aprile 1926 lo stesso Frigerio: «Esso è semplicissimo per andamento planimetrico e per struttura. Consta essenzialmente di un salone circolare di quasi 12 metri di diametro netto coronato da una cupola a luce centrale, a guisa di Pantheon».
Fu realizzato in cemento armato, rivestito all’esterno di pietra carsica di Aurisina (come la torre del poco distante Monumento ai Caduti, inaugurato nel 1933) con decorazioni in marmo di Musso. È preceduto da un pronao, cui si accede da due scale laterali. Il timpano è ornato da un fregio, in cui geni reggono un medaglione con il profilo dello scienziato. Ai lati dell’ingresso campeggiano le due statue raffiguranti La Scienza e La Fede, opera di Carlo e Luigi Rigola.
All’interno quattro pilastri angolari e otto colonne marmoree reggono la cupola; nella ricca trabeazione è un fregio in cui spicca la scritta dedicatoria in lettere di bronzo dorato. Nella fascia di parapetto della loggia sono collocate quattro formelle in altorilievo a stucco, opera di Pietro Clerici, che rappresentano Episodi della vita di Volta; tra questi rilievi si alternano, a coppie, sedici tondi recanti a lettere d’oro le date più significative della sua vita. Al piano terra è possibile ripercorrere l’itinerario scientifico di Volta, dalle esperienze sui gas e sui fenomeni termici, agli esperimenti di elettrologia e alla pila, attraverso l’esposizione di una grande varietà di apparecchi, macchine e strumenti voltiani, in gran parte ricostruzioni e solo in piccola parte originali salvati dall’incendio che distrusse la Grande Esposizione del 1899. Nella loggia superiore è invece presentata la figura di Volta attraverso la storia della sua vita, i rapporti con la sua famiglia, i legami con la città, gli incarichi pubblici e i riconoscimenti che gli furono attribuiti, oltre alle varie celebrazioni in suo onore dopo la morte.

Contatti

Tempio Voltiano Viale Marconi 1, Como; Tel. 031.574705; musei.civici@comune.como.it

Info Point, Via Albertolli 7, Como; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Per saperne di più:
Sito di Musei Civici di Como
Sito turistico del Comune di Como http://www.visitcomo.eu/it/scoprire/musei/tempio_voltiano/index.html
Sito dedicato ad Alessandro Volta 
Sito dedicato alle passeggiate creative “Sulle orme di Volta” http://passeggiatecreative.it/index.php/project/sulle_orme_di_volta/

Antico Mulino Beretta

Mulino Beretta
Informazioni
Collocazione: l’antico Mulino Beretta si trova in via Navedano 21 a Camnago Volta-Como
Pavimentazione: la corte è variamente pavimentata con tratti in ghiaia, in lastricato, in cemento e in acciottolato
Barriere architettoniche: per accedere al locale in cui si trovano le attrezzature del mulino occorre superare una soglia in pietra
Accesso: si accede dalla corte in via Navedano 21
Servizi: fermata autobus urbano in via Vincenzo Franchi; sportello Bancomat e negozio in via della Pila
Svago e Ristorazione: nelle varie frazioni di Camnago si trovano due ristoranti
Altre informazioni: per accedere al Mulino occorre rivolgersi alla famiglia proprietaria, la famiglia Muscionico, tel. 031.561363, cell. 334.9529224

Descrizione
(Franca Ronchetti Bralla)

Lungo la Valle del Cosia l’attività molitoria era antica; ancora oggi all’inizio di via Pannilani una targa marmorea un po’ ingiallita indica che a circa 0,8 km c’erano tre mulini.
Fino a poco dopo la fine della seconda guerra mondiale a Camnago Volta funzionavano ancora cinque mulini: mulino Longatti a Campora, mulino Trombetta nella zona sottostante l’attuale Cimitero Nuovo, mulino Malacrida presso il Navedano ove tuttora esiste l’omonimo ristorante, mulino Arcellaschi in località Ravanera ove ora sorge una villa residenziale e mulino Beretta sotto la cascina Paradiso, in via Navedano.
Poi all’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso pian piano scomparvero quattro mulini e solamente il Mulino Beretta resistette alla concorrenza delle più sofisticate e inesorabili macine elettriche fino al 1983, anno in cui cessò l’attività, mantenendo però le sue attrezzature (tramogge, macine, ingranaggi, buratti). È un vero cimelio che tuttora conserva intatti tutti gli apparati ed ha anche il primato di essere l’unico ad aver mantenuto la sua struttura originaria con tanto di ruota in legno esterna.
Questo mulino ad acqua, che era fonte energetica a basso costo, ora rappresenta un’arte ormai remota, quella molitoria, e costituisce un patrimonio di memoria storica che deve restare indelebile per poter mostrare ai nostalgici e agli appassionati le “mascelle” delle vecchie macine da dove uscivano farine di tutti i tipi: farina nostrana, la più fine e di colore chiaro, quella bramata per la polenta, poi la farina per il pane giallo (oramai scomparso dalle tavole) e la farina integrale di grano e di segale. La sua storia è antichissima: già all’epoca di Volta lì sorgeva un convento con mulino annesso (risulta censito nel 1720), acquistato dalla famiglia Beretta nel 1892. Il mulino, inserito in una tipica corte lombarda ad “U”, conserva vivo il ricordo dell’antica vita contadina; all’ingresso, infatti, sulla parete a sinistra, si può ammirare un affresco devozionale, da poco restaurato, raffigurante la Madonna con il Bambino: alle sue spalle angeli adoranti e ai lati, quasi ad aiutarla a vegliare sulla casa e i suoi abitanti, Sant’Antonio Abate e San Rocco, protettori dalle epidemie degli uomini e degli animali domestici.
Dalla corte si può ancora ammirare la ruota del mulino, collocata a cielo aperto, tra la parte vecchia della cascina e quella di recente costruzione. Quando il mulino era in funzione dalla strada antistante scendeva una piccola gora alimentata dalla Roggia Molinara che, ad un certo punto, compiva un dislivello e faceva scrosciare l’acqua, a cascata, sull’enorme ruota di larice.
L’interno del mulino è con travature in legno. Una scaletta conduce al piano superiore, costituito anch’esso da una piattaforma lignea.
Di sopra c’è il reparto delle macine sormontato da grosse tramogge che versavano chicchi di grano poi triturati dall’attrito violentissimo di due superfici di pietra ruotanti e immessi al piano di sotto da un perfetto congegno di nastri trasportatori, dove la farina così ottenuta era selezionata dalla crusca entro diversi setacci.
Il ritmo di lavoro del vecchio mulino era di settanta, ottanta chili di macinatura all’ora.

Contatti

Famiglia Muscionico Tel. 031.561363, 334.9529224

Info Point, Via Albertolli 7, Como; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

CAMPORA

Casa di campagna  di Alessandro Volta  a Campora

Informazioni
Collocazione: l’edificio che fu la villa di campagna di Volta si trova in via Campora 1 a Camnago Volta-Como
Pavimentazione: via Campora è asfaltata; in corrispondenza del cancello di ingresso alla proprietà c’è una fascia in pietra, mentre il vialetto di accesso alla casa è in parte lastricato in pietra, in parte a prato
Barriere architettoniche: –
Accesso: si può accedere da via Campora o via Clerici, essendo la casa all’incrocio delle due vie con via Ravanera
Servizi: il capolinea dell’autobus urbano di linea è proprio davanti alla casa, in corrispondenza del quale c’è una fontanella e una panchina. Una panca in pietra è pure addossata al muro di recinzione del giardino, a destra del cancello di ingresso. Sportello Bancomat e negozio in via della Pila
Svago e Ristorazione: nelle varie frazioni di Camnago si trovano due ristoranti
Altre informazioni: l’edificio è ora adibito ad abitazioni private e pertanto non è visitabile

Descrizione
(Silvia Fasana)

La casa della famiglia Volta era in centro a Como, in Contrada di Porta Nuova, ma durante l’infanzia Alessandro Volta trascorse molto tempo nella villa di Campora a Camnago, con corte agricola attigua, e durante gli ultimi anni di vita vi si trasferiva nei mesi primaverili ed estivi.
Maurizio Monti, nella Vita di Alessandro Volta, contenuta in Memorie comensi. Scritti raccolti pel Congresso d’Agronomi che doveva aver luogo i Como nell’autunno 1865 (1867) scriveva: «In gioventù, la sua villa era Campora, e provetto gli piacque la meno solitaria dimora di Lazzate. A Campora volentierissimo si mescolava ai contadini sull’aja, nelle tinaje e sulle panche della rustica cucina. Contava loro le più strane cose del mondo, mostrava qualche sperimento di fisica, o proponeva enigmi. Adagiatosi ai tempi della vendemmia alle loro mense un po’ più liete del solito, mangiava con loro i maccheroni, la polenta, i risi […] Indefesso agli studj ci perseverava ore ed ore, dimentico di cibo, di riposo; né sentiva le impressioni di caldo e di freddo, quantunque in altri tempi ne fosse geloso. Logico nella ricerca dei fatti, esatto fino allo scrupolo nel valutarli e paragonarli nelle più minute circostanze». Volta si interessava anche di agronomia: durante il suo viaggio-studio in vari centri della Svizzera, dell’Alsazia e della Savoia nel 1777, egli vide nel piccolo villaggio di Aiguebelle, alcuni contadini che stavano raccogliendo degli strani tuberi, le patate, importate in Europa dopo la scoperta dell’America, ma non ancora diffuse in Italia. Mosso dalla curiosità, le volle provare, portare a casa (mostrandole anche all’amica nobildonna Teresa Ciceri Castiglioni) e ne promosse la coltivazione, partendo dai suoi terreni a Camnago Volta.
Dal canto suo, la moglie del fisico, Teresa Pellegrini, era un’appassionata allevatrice di bachi da seta nelle tenute di Campora e di Lazzate e lo stesso scienziato si era interessato a più riprese della lavorazione della seta.
Decisamente Campora era la dimora preferita di Alessandro Volta; infatti scriveva, colmo di nostalgia, a questo proposito al fratello nel 1781 mentre si trovava a Ginevra per motivi di studio: «A Campora ci saranno i nostri preti che sfoglieranno breviario e tabacchi, e vuoteranno bicchieri, e dopo pranzo arrampicheremo insieme su pei monti tra i ricci delle castagne, i rovi degli sterpi...».
La villa che un tempo era di Volta è ancora abitazione privata; a lato del cancello di ingresso alla proprietà, sulla destra, una targa ricorda: «Fu questa solitaria casa / la preferita autunnale dimora / di / Alessandro Volta / nel 1° centenario di invenzione della pila». Particolarmente suggestiva la grande pianta di tiglio rimasta a lato sinistro del cancello di ingresso.

Contatti

Info Point, Via Albertolli 7, Como; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Per saperne di più:
Sito dedicato ad Alessandro Volta http://alessandrovolta.it/luoghi-voltiani/como/villa-di-campora/
Sito dedicato alle passeggiate creative “Sulle orme di Volta” http://passeggiatecreative.it/index.php/project/sulle_orme_di_volta/

Cosia

Valle del torrente Cosia

Descrizione
(Silvia Fasana)

La valle del torrente Cosia rappresenta un variegato mosaico di ambienti naturali, dominati dal corso d’acqua con le sue cascatelle, le forre, i famosi “bottini” (ovvero le “marmitte dei giganti”), ma anche i boschi, i prati, accanto alle testimonianze che l’attività umana nel corso dei secoli ha lasciato. Questo è uno di quei luoghi “della memoria”, dove si possono ancora respirare atmosfere “di una volta”, quasi inconsuete per una periferia urbana.
Il torrente Cosia nasce da numerose sorgenti situate alle pendici meridionali del monte Bolettone e si getta nel lago di Como. Dal punto di vista geologico, la sua valle è scavata entro formazioni rocciose sedimentarie di origine marina risalenti al Giurassico, in alcune delle quali – come il Rosso Ammonitico – si possono rinvenire fossili di antichi molluschi marini. In tempi geologici più recenti, durante l’era Quaternaria, la zona è stata modellata dall’azione dei ghiacciai e soprattutto dello stesso Cosia, che ha inciso e plasmato la valle in cui scorre. In particolare, nell’area sottostante il paese di Tavernerio, il torrente ha scavato forre profonde fino a 20 metri, imponenti e scenografiche; sulle ripide scarpate è ancora possibile leggere le tracce lasciate dal corso d’acqua, che in epoche passate scorreva a quote più elevate dell’attuale. Un’altra forma di erosione visibile lungo il corso del Cosia è quella delle “marmitte dei giganti”, chiamate localmente “bottini”, ovvero cavità profonde e levigate, dovute all’erosione meccanica esercitata sulle rocce calcaree del letto del torrente dal moto rotatorio vorticoso di sabbie e ghiaie trasportate dalla corrente.
Questi ambienti molto probabilmente furono teatro delle prime scoperte naturalistiche di Volta bambino. L’amico Giulio Cesare Gattoni scrisse che «ebbe allora ad affogarsi in una fonte d’acqua a Monteverde per iscoprire una vena d’oro dalla quale si staccavano delle pagliette come ci davano ad intendere alcuni contadini e poi non ritrovaronsi che foglie di mica gialla».
Nella valle del Cosia, nonostante una crescente pressione antropica soprattutto nella sua parte terminale, sono ancora presenti diversi ambienti naturali ancora ben conservati, tipici delle pendici meridionali del Triangolo Lariano. Il mosaico verde va dai boschi igrofili a Salice bianco (Salix alba) e Ontano nero (Alnus glutinosa), specie che necessitano di una elevata umidità del suolo, caratteristici delle aree più vicine ai corsi d’acqua; ai boschi termofili a Roverella (Quercus pubescens), Carpino nero (Ostrya carpinifolia) ed Orniello (Fraxinus ornus), aperti e luminosi, tipici delle stazioni ben esposte a sud; ai boschi mesofili a Carpino bianco (Carpinus betulus) e Frassino maggiore (Fraxinus excelsior), freschi e ombrosi accompagnati dal Tiglio (Tilia platyphyllos) e dalla Rovere (Quercus petraea; alle ombrose faggete dominate dal Faggio (Fagus sylvatica), caratteristiche delle quote superiori agli 800 metri. Ad altitudini ancora maggiori troviamo invece ampie praterie, ricavate nei secoli dall’uomo per assicurare fieno al bestiame e ravvivate da colorate fioriture di Narcisi (Narcissus poeticus, N. radiiflorus), Campanule (Campanula sp), Gigli selvatici (Lilium croceum, Lilium martagon); con l’abbandono dell’attività pastorale questi spazi tendono ad essere gradualmente riconquistati da boscaglie pioniere di Betulle (Betula pendula) e Nocciolo (Corylus avellana), preludio ad un prossimo ritorno della faggeta.
Si racconta pure che Volta, ormai maturo, si fosse affezionato ad un ragazzino di Camnago, tale Ambrogio Longatti, che lo supportava nei suoi esperimenti scientifici sull’elettricità in contrasto con Galvani, mettendosi a disposizione per andargli a procurare delle rane che si nascondevano negli antri della valle del Cosia.
Nel febbraio 2017 i consigli comunali di Tavernerio, Como e Albese con Cassano hanno deliberato l’approvazione della convenzione per l’istituzione e la gestione del Parco Locale di Interesse Sovracomunale della Valle del Cosia, grazie anche al grande lavoro di sensibilizzazione condotto da anni dall’associazione “La Città Possibile Como”.

Per saperne di più:
Sito turistico del Triangolo Lariano http://www.triangololariano.it/it/il-torrente-cosia-e-la-sua-valle.aspx
Blog dedicato al Parco a cura de La Città Possibile Como http://parcodelcosia.blogspot.it/

TOMBA

Tomba di Alessandro Volta

Informazioni
Collocazione: la tomba di Alessandro Volta si trova al centro del vecchio cimitero di Camnago Volta-Como, in via Clerici
Pavimentazione: via Clerici è asfaltata; lo slargo prospiciente l’entrata del cimitero è pavimentato con cubetti di porfido. I gradini di accesso al cimitero sono in pietra; il pianerottolo alla sommità dei gradini e il vialetto di accesso al tempietto sono pavimentati in piastrelle di pietra. I gradini circolari di accesso allo slargo su cui è stato realizzato il tempietto sono in pietra e così pure lo slargo; il pavimento del tempietto è a mosaico
Barriere architettoniche: per accedere al cimitero occorre salire 6 gradini; per accedere allo slargo circolare dove si trova il tempietto altri tre
Accesso: alla vecchio cimitero di Camnago si accede da via Clerici, superando un cancello elettrico in ferro battuto
Servizi: parcheggi all’esterno del nuovo cimitero di Camnago, una ottantina di metri più avanti venendo dal centro; fermata autobus urbano di linea; sportello Bancomat e negozio in via della Pila
Svago e Ristorazione: nelle varie frazioni di Camnago si trovano due ristoranti
Altre informazioni: per gli orari di apertura orari vedere il sito del Comune di Como http://www.comune.como.it/it/servizi/cimiteri-e-funerali/cimiteri-luoghi-e-orari/

Descrizione
(Silvia Fasana)

Quando Alessandro Volta morì, il 5 marzo 1827, per suo espresso desiderio fu sepolto in una fossa scavata sulla nuda terra del primo cimitero di Camnago (allora Comune autonomo), situato a valle della via che collega la piazza principale del paese a Campora. La tomba, secondo quando scrive Maurizio Monti ne La Storia di Como (1832) «era distinta da una croce di legno che portava scritto: “Qui giacciono le spoglie del conte cavaliere Alessandro Volta, tolto ai vivi alli 5 marzo 1827 d’anni 82”». Questo desiderio era dettato dallo stretto legame che univa lo scienziato al piccolo paese in cui si trovava la casa di campagna prediletta, in cui era solito trascorrere i periodi estivi. La moglie e dei figli però vollero dare una più degna sepoltura alle sue spoglie, commissionando il tempietto che possiamo ancora vedere, inaugurata il 5 marzo 1831, attorno al quale il Comune trasferì il cimitero. Nel tempietto sono anche sepolti alcuni familiari dello scienziato.
Progettato da Melchiorre Nosetti in puro stile neoclassico, il tempietto sorge su uno slargo circolare, cui si accede da tre gradini curvi nella parte anteriore. Ai lati dell’accesso, ai gradini sono appoggiati due scivoli in pietra che sostengono due targhe in bronzo; quella di sinistra omaggio de «The Electrical students of England» nel 1903 e quella destra degli studenti cattolici nel 1899. Altre targhe commemorative sono all’interno del cimitero. La struttura, in blocchi di pietra, ha pianta circolare ed è sormontata da una cupola metallica con lucernario. Nella parte superiore presenta un fregio in marmo con rilievi che rappresentano Corone trionfali e le Invenzioni di Volta. Ai lati dell’ingresso, sormontato da un architrave con la scritta in caratteri di bronzo «Ad Alessandro Volta / la vedova e i figli», sono state poste due statue in arenaria di Luigi Argenti: quella di sinistra raffigura la Fede che prega, mentre l’altra rappresenta la Scienza che piange. All’interno, sulla parete di fondo, una nicchia accoglie il sarcofago in marmo, opera di Giuseppe Bayer, sovrastato da un Busto dello scienziato opera di Giovan Battista Comolli. Affiancano il busto due geni alati, uno dei quali è in atto di coronare Volta. Nel riquadro sovrastante spicca un rilievo raffigurante La presentazione della pila a Napoleone Bonaparte a Parigi nel 1801.
La tomba di Alessandro Volta è Monumento Nazionale, in base ad un Decreto di Vittorio Emanuele III del 27 febbraio 1925.
Nel 1999, bicentenario della scoperta della pila, si sono compiuti dei restauri e all’ingresso del cimitero si sono posti due artistici lampioni d’epoca funzionanti a metano, in onore dello scienziato che fu uno dei primi a scoprirne l’origine, che durante le ore notturne creano una particolare e suggestiva illuminazione.

Contatti

Info Point, Via Albertolli 7, Comoo; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Per saperne di più:
Sito turistico del Comune di Como http://www.visitcomo.eu/it/scoprire/monumenti/monumenti-fino-900/tomba-di-volta/index.html
Sito dedicato ad Alessandro Volta http://alessandrovolta.it/luoghi-voltiani/como/tomba-di-camnago/
Sito dedicato alle passeggiate creative “Sulle orme di Volta” http://passeggiatecreative.it/index.php/project/sulle_orme_di_volta/

S. Cecilia

S. Cecilia a Camnago Volta

Informazioni
Collocazione: la chiesa di S. Cecilia si trova in Piazza Martignoni 1 a Camnago Volta-Como
Pavimentazione: Piazza Martignoni è pavimentata in cubetti di porfido, con una parte a parcheggio in ghiaietto (sulla destra entrando da via Franchi)
Barriere architettoniche: alcuni metri prima dell’ingresso della chiesa ci sono due “panettoni” in cemento che servono per impedire l’accesso veicolare nella parte più prossima all’edificio sacro. Il portale principale è preceduto da un ampio gradino in pietra, molto basso; per accedere all’interno della chiesa c’è un altro gradino più alto sempre in pietra e una bassa soglia
Accesso: si accede da Piazza Martignoni 1
Servizi: parcheggi in Piazza Martignoni e in Piazzale don Serafino Pozzetti; fermata autobus urbano in via Vincenzo Franchi; sportello Bancomat e negozio in via della Pila
Svago e Ristorazione: nelle varie frazioni di Camnago si trovano due ristoranti

Descrizione
(Silvia Fasana)

Negli atti della visita pastorale compiuta dal vescovo Ninguarda alla fine del XVI secolo la chiesa di S. Cecilia, era situata nel territorio della parrocchia di San Donnino, ma poiché risultava distante da essa, era affidata in cura ai frati del terz’ordine di San Francesco, residenti a S. Donato. Il 7 marzo 1654 il vescovo Lazzaro Carafino la eresse parrocchiale. La chiesa è il risultato di una serie di rimaneggiamenti successivi che ne hanno mutato la fisionomia.
All’interno, l’altare maggiore marmoreo è sovrastato da una pala d’altare raffigurante la patrona Santa Cecilia con San Carlo Borromeo, già citata nel 1631 negli Atti della visita pastorale del Vescovo Carafino. Una curiosità: probabilmente nel corso del Settecento, l’immagine del Borromeo fu sostituita con quella del più aitante San Valeriano, militare romano e sposo di Cecilia; solo nel corso dei restauri del 1992 emerse e fu ripristinata la figura originale. Nella cappella laterale destra (guardando l’altare) vi è un dipinto a olio su tela della Crocifissione, opera verosimilmente di un anonimo artista del XVI secolo; la cappella di sinistra è invece dedicata alla Madonna del Rosario e accoglie una statua lignea recente (1952).
Da segnalare anche il confessionale, il pulpito e gli stalli lignei baroccheggianti di pregevole fattura; il tabernacolo, il leggio, il portalampada e la Via Crucis in bronzo di Elio Ponti (come pure il pannello retroaltare che incorona la statua di San Giuseppe nell’attiguo vecchio Oratorio), un grande Crocefisso pure in bronzo di Giovanni Tavani e la vetrata in facciata opera del pittore locale Franco Russolillo.

Contatti

Parrocchia di S. Cecilia Piazza Martignoni 1, Camnago Volta-Como;

Info Point, Via Albertolli 7, Como; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Camnago Volta, Passeggiata voltiana
“Passeggiata Voltiana”

Descrizione
(Franca Ronchetti Bralla)

Dal Piazzale Don Serafino Pozzetti inizia la cosiddetta “Passeggiata Voltiana”, un percorso pedonale e ciclistico a pendenza lieve e costante fino all’abitato di Solzago che ripercorre un tratto della vecchia linea del tram Como-Erba-Lecco, la cui ultima corsa avvenne l’11 maggio 1956.
Questo tratto in sede propria di quasi 2,8 chilometri di linea, appositamente realizzato nel lontano 1911 spianando il terreno per creare un veloce collegamento tra Camnago Volta e Solzago, venne abbandonato a se stesso, tanto che crollò il ponte che consentiva il superamento del valletto dove precipita la cascata dei Bottini, posta esattamente sul confine tra i Comuni di Como e di Tavernerio. Quindi il percorso non era più interamente percorribile. Solo nel 1999 – quarantatré anni dopo la soppressione del tram – grazie ad un accordo di programma firmato dal Comune di Como, da quello di Tavernerio e dall’Associazione La Città Possibile Como venne realizzato un nuovo ponte pedonale, laddove sorgeva l’originale, inaugurato il 9 giugno del 2002. Inoltre, grazie a dei lavori di riqualificazione e pulizia, fu ripristinato il tratto che va da Solzago a Camnago Volta realizzando così la piacevole Passeggiata Voltiana, immersa nel verde della valle del Cosia, sulle orme del vecchio tram e del famoso scienziato comasco Alessandro Volta, la cui tomba sorge proprio nelle vicinanze.
Percorrendo attentamente la “Passeggiata Voltiana”, l’occhio attento nota particolari magari parzialmente nascosti dalla vegetazione che ricordano perché è nato quel largo sentiero: i muretti in sasso ai lati, i parapetti in metallo d’epoca, le arcate di alcuni ponticelli… Mancano i binari ma per il resto è tutto più o meno come una volta. Pare ancora di sentire la voce dell’onorevole Carcano, quando l’8 maggio 1912, intervenendo sul convoglio inaugurale disse: «È la linea più bella d’Italia, sia perché lega Como con l’ubertosa plaga briantea, sia perché rasenta la tomba del grande scienziato Alessandro Volta…».

Contatti

Parrocchia di S. Cecilia Piazza Martignoni 1, Camnago Volta-Como;

Info Point, Via Albertolli 7, Como; Tel. 031.304137; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Info Point Stazione F.S. San Giovanni Piazzale San Gottardo 1, Como; Cell. 342.0076403; ufficioturismo@comune.como.it; http://www.visitcomo.eu/it/

Per saperne di più:
Sito dedicato alle passeggiate creative “Sulle orme di Volta” http://passeggiatecreative.it/index.php/project/sulle_orme_di_volta/

Casa della Balia di Volta

Targa

Casa dove fu a balia Alessandro Volta
Informazioni
Collocazione: due sono le case indicate come la dimora della famiglia Monti-Pedraglio, presso cui il piccolo Alessandro sarebbe stato mandato a balia: quella in via Pietro e Maurizio Monti 9 e quella in via Volta 5
Pavimentazione: via Pietro e Maurizio Monti è pavimentata in cubetti di porfido; via Volta è asfaltata
Servizi: poco lontano c’è la stazione della Funicolare Como – Brunate. I parcheggi disponibili sono pochi e quasi tutti per i residenti. Sportello Bancomat e Farmacia in via Pietro e Maurizio Monti. In via Monti c’è un negozio di alimentari e frutta-verdura
Svago e Ristorazione: Funicolare; bar, trattorie e ristoranti in zona
Altre informazioni: entrambi gli edifici sono abitazioni private, non visitabili

Descrizione
(Silvia Fasana)

Alessandro Volta trascorse i suoi primi anni di vita a Brunate, accudito da Elisabetta Pedraglio, perché a quei tempi era costume che le nobildonne non allattassero personalmente i propri figli, ma incaricassero una balia. Lo storico brunatese Maurizio Monti nella sua Storia di Como (1832) sostiene di avere preso informazioni su di lei da un «vecchione» del paese, il quale gli avrebbe detto che la donna «non era già pazza, ma tale riputata perché amava assai vita solitaria, e del resto era molto giudiziosa donna». Il marito di Elisabetta, Lodovico Monti, sarebbe stato un barometraio, mestiere peraltro abbastanza comune a quei tempi tra gli abitanti del paese.
Secondo alcuni biografi, la prima infanzia di Alessandro Volta fu caratterizzata da uno sviluppo linguistico così tardivo da far temere che dovesse rimanere muto; ma, sia pur lentamente, avrebbe recuperato l’abilità espressiva verso i sette anni.
Non ci sono però documenti dell’epoca che stabiliscano con precisione quale fosse la casa della famiglia Monti-Pedraglio. Una cartolina di inizio Novecento dell’amministrazione della Funicolare e alcune foto dello stesso periodo indicano un edificio situato al numero civico 9 di via Pietro e Maurizio Monti, mentre  tutt’ora una targa apposta nel 1949 su uno stabile di via Volta 5 (vedi foto), ricorda: «In questa casa / Alessandro Volta / trascorse i primi anni di sua vita / 1745-1827 / La Pro Brunate nel 150° anniversario della pila».

Contatti
Biblioteca Comunale di Brunate via Funicolare 16, Brunate; Tel 031.221345; biblioteca@comune.brunate.co.it.
Per gli orari, vedere il sito del Comune di Brunate http://www.comune.brunate.co.it/c013032/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/75

Per saperne di più:
Sito dedicato alle passeggiate creative “Sulle orme di Volta” http://passeggiatecreative.it/index.php/project/sulle_orme_di_volta/

chiesa Brunate

S. Andrea a Brunate

Informazioni
Collocazione: la chiesa di S. Andrea, parrocchiale di Brunate, è posta in centro paese, su un ampio piazzale con splendido panorama, a poca distanza dalla Stazione della Funicolare
Pavimentazione: il sagrato è prevalentemente in cubetti di pietra; i gradini in corrispondenza dell’ingresso laterale sono in pietra; il pavimento all’interno della bussola è in pietra a mosaico
Barriere architettoniche: cinque gradini portano all’ingresso laterale; la bussola ha apertura laterale destra
Accesso: si accede alla chiesa generalmente dal portale laterale
Servizi: poco lontano dalla chiesa c’è la stazione della Funicolare Como – Brunate. I parcheggi disponibili sono pochi e quasi tutti per i residenti. Sportello Bancomat e Farmacia in via Pietro e Maurizio Monti
Svago e Ristorazione: la Funicolare stessa è occasione di svago. Bar, trattorie e ristoranti in zona

Descrizione
(Alberto Rovi e Ambra Garancini)

La chiesa di S. Andrea, originariamente al servizio di un monastero femminile agostiniano reso celebre dalle personalità della beata Maddalena Albrici (1390-1465) e della leggendaria Santa Guglielma, presenta una grandiosa facciata in cemento modellato in linee eclettiche, disegnata dall’ing. Stampa nell’ambito dell’ampliamento (1927-1932) che ridefinì lo spazio dei fedeli allargandolo in forma pseudo-ottagonale, e concludendolo con una ariosa cupola, racchiusa in un tiburio ottagono. Nella cupola è affrescata una Gloria di Santi di Raffaele Albertella (1934), che dipinse pure i Simboli degli Evangelisti nei pennacchi che sorreggono la cupola stessa e, nelle allungate vele che li rinserrano, la Natività, l’Ultima Cena, la Crocifissione e la Risurrezione. Soggetti devozionali sono sui quattro pilastri maggiori: San Giuseppe, L’Angelo Custode, San Luigi Gonzaga, Santa Agnese.
Oltre i classicheggianti angeli-acquasantiere in marmo (1937-1938), sul lato destro è collocata la lastra tombale di Maddalena Albrici (inizi sec. XVI), affine per qualità alle opere rodariane del Duomo, già dispersa, ma recuperata dall’arch. Piero Clerici. Alla Beata è dedicata la cappella laterale destra (1936), che si contrappone all’ingresso laterale alla chiesa, inquadrato da un bel portale barocco in pietra, già portale maggiore della chiesa antica che fu rinnovata dal 1676. Ne rimangono il presbiterio e le due cappelle laterali che lo precedono, con resti di pitture seicentesche, minimi in quella di destra dedicata alla Madonna del Rosario, ancor consistenti in quella di fronte (Storie di San Vincenzo Ferrer), ridedicata al Sacro Cuore (tela di C. C. Tagliabue, 1932, entro cornice marmorea mistilinea, inizi sec. XVIII), con una statua di Cristo morto sotto la mensa. La volta sovrastante lo spazio intermedio, che raccorda presbiterio e navata, reca una Gloria di San Maurizio tra lunette con scene di virtù monastica (Felice Gennari da Palestrina, 1890).
Ma un lacerto ancor più antico, di fine ‘400, raffigura, secondo la devozione popolare, Santa Guglielma, che la tradizione locale identifica con una leggendaria figura di principessa inglese e  regina di Ungheria, esule e taumaturga in Brunate, peraltro mai  ricordata come santa dalla Chiesa. Un’altra interpretazione  identifica invece la Santa con Guglielma detta “la Boema”, o “di Milano” (sec. XIII) storicamente attiva a Chiaravalle Milanese come riformatrice religiosa, morta in odore di santità e bruciata post mortem perchè la scomparsa delle sue spoglie impedisse la diffusione dell’eresia  professata dai suoi seguaci. Ai  piedi sono inginocchiati una monaca e  un devoto, per lo più interpretati come  la beata Maddalena Albrici  e il committente del dipinto. Coloro che invece identificano  Guglielma di Brunate con la “Boema” interpretano i due personaggi come Maifreda da Pirovano e Andrea Saramita, i due più importanti seguaci della “Boema”. Comunque sia, e stando che al momento nessun documento storico prova l’identificazione con Guglielma la Boema,  l’effigie della leggendaria e misteriosa Santa Guglielma è stata per secoli – e fino al secondo dopo­guerra – meta di un “pellegrinaggio del latte”: a essa venivano infatti le madri e gestanti, soprattutto dalla vicina Brianza, per chiedere protezione durante e dopo il parto e in particolare il dono del latte per le proprie creature.

Di Gian Paolo Recchi e dei nipoti Raffaele e Carlo (1679-1682) sono gli affreschi del presbiterio, restaurati da Leonardo Camporini (1998/1999): rappresentano una plastica Annunciazione affiancante l’antica finestra absidale, recuperata con il detto restauro (arch. Darko Pandakovìc), la Gloria dei Santi Andrea e Maurizio sulla volta, nelle lunette (altro recupero) il Martirio dì San Maurizio, a destra, e di Sant’Andrea, di fronte, pressoché perduto. Nei quattro pennacchi si riconoscono le medaglie con San Michele Arcangelo, San Bartolomeo, la Beata Maddalena Albrici.

Sul fianco sinistro della chiesa (guardando la facciata) due lapidi marmoree ricordano: «Qui / a Brunate / visse / a balia e in fanciullezza / Alessandro Volta / presso Elisabetta Pedraglio / il cui marito Lodovico Monti / fabbricatore di barometri / gli infuse i primi amori / alla scienza / che gli diede / la pila» (il cui testo sarebbe stato attribuito a Maurizio Monti) e «Brunate / patria dei flli Monti / Maurizio storico Pietro filologo / ad Alessandro Volta / che in quest’aure balsamiche / dischiudeva la mente / divinatrice della pila / nel primo centenario / D.D.» (S.F.)

 

Contatti
Parrocchia di Brunate Piazza della Chiesa 2, Brunate; Tel. 031.220216

Per saperne di più:
Sito dedicato alle passeggiate creative “Sulle orme di Volta” http://passeggiatecreative.it/index.php/project/sulle_orme_di_volta/
Sito del Comune di Brunate http://www.comune.brunate.co.it/hh/index.php
La chiesa di S. Andrea nel sito del Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche, con bibliografia

FARO

Faro Voltiano

Informazioni
Collocazione: il Faro sorge sul monte Tre Croci, in posizione panoramica, a picco sul lago
Pavimentazione: il viale e i gradini della scala di accesso sono in cubetti di porfido; la piazzetta su cui sorge il faro è lastricata in pietra
Barriere architettoniche: per accedere al piazzale su cui sorge il faro c’è una scalinata di 69 gradini. All’interno del faro 143 gradini portano in cima ad ammirare il panorama
Servizi: parcheggi a pagamento; capolinea bus linea Brunate – CAO
Svago e ristorazione: ristoranti e bed and Breakfast nei dintorni
Altre informazioni: per orari di apertura e costi vedere il sito del Comune di Brunate http://www.comune.brunate.co.it/c013032/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idservizio/20009/idtesto/43

Descrizione
(Lorenzo Marazzi)

Il Faro, alto 29 metri, venne edificato nel 1927, in occasione delle celebrazioni per ricordare il centenario della scomparsa dello scienziato Alessandro Volta. L’iniziativa fu dell’Istituto Gare Nazionali e Internazionali tra i Postelegrafonici, ma poi, per ragioni finanziarie, passò all’Istituto Ricevitori Postali. Il progetto fu dell’ingegner Gabriele Giussani, a cui si deve la scelta del Monte Tre Croci, a San Maurizio, sopra Brunate, come luogo più adatto. Questo luogo venne scelto perché è a strapiombo sopra Como e può essere visto non solo dai primi due bacini del lago, ma anche dalla pianura padana e dalla Brianza. La scelta però non risultò gradita ai Moltrasini, che protestarono perché l’alternarsi dei fasci luminosi tricolori di cui era dotato il faro li disturbava nottetempo. Una volta costruito, il Faro venne donato alla città di Como; il Comune ne è tutt’ora proprietario.
L’onere della gestione fu causa di lunghe discussioni e per qualche tempo si fece pagare l’ingresso, con il risultato di far diminuire rapidamente il numero dei visitatori. Per vari anni il Faro fu spento e il degrado dell’edificio e dell’ambiente circostante andò aumentando rapidamente. Con il rapido progresso nel campo delle comunicazioni, l’edificio si ridusse a comoda “base” per antenne di vario tipo e nel 1974 venne deturpato da un’antenna parabolica televisiva, fortunatamente rimossa poco dopo. Tra il 1961 e il 1965 l’Azienda di Soggiorno di Como vi fece interventi di recupero; nel 2015, grazie all’intervento del Rotary Club di Como è stato realizzato un aggiornamento tecnico con l’istallazione di un sistema a luci LED e così il Faro ha ripreso a lanciare nella notte le sue luci tricolori, alternando fasci di luce bianca, rossa e verde.

Contatti
Comune di Brunate
via alla Chiesa 2, Brunate; Tel. 031.220301; info@comune.brunate.co.it; www.comune.brunate.co.it

Per saperne di più:
Sito turistico del Comune di Como http://www.visitcomo.eu/it/scoprire/monumenti/monumenti-dal-900/faro_voltiano/index.html
Sito dedicato ad Alessandro Volta http://alessandrovolta.it/luoghi-voltiani/como/faro-a-san-maurizio/
Sito dedicato alle passeggiate creative “Sulle orme di Volta” http://passeggiatecreative.it/index.php/project/sulle_orme_di_volta/
Sito “Uomini e lighthouse” https://uominielighthouse.wordpress.com/2013/02/01/il-faro-voltiano-di-san-maurizio-a-brunate/