Tappa 2 – La contrada di Villincino e la chiesa di S. Maria Nascente

Descrizione


Da Piazza Giuseppina Prina, proseguendo diritto, si costeggia il margine sinistro della piazza per una sessantina di metri; verso il fondo sulle pareti esterne degli edifici del lato sinistro sono esposte opere contemporanee dei pittori del G.A.E. (Gruppo Artistico Erbese). Voltando a sinistra ci si immette in via Leone Carpani e la si percorre per circa una quarantina di metri; nel grazioso cortile chiuso da un cancello in ferro battuto al numero civico 9 si possono osservare alcune volte e una finestra ogivale sottolineate da mattoni in cotto, tracce architettoniche risalenti al periodo tardo-medioevale.
Subito dopo si giunge nell’acciottolata Piazza Torre, così chiamata dai resti della Torre fatta risalire all’XI secolo, che costituiva uno degli accessi alla “Contrada di Villincino”.
Sul lato sinistro della piazza, il numero civico 2 era un edificio nobiliare appartenuto sempre ai nobili Carpani e poi ai Busti-Carpani; sul muro della facciata è rimasto il resto di un arco sottolineato da un elegante fregio ornamentale in cotto con motivi floreali. Oltre l’imponente portale si può osservare l’ampia corte circondata da un porticato con archi a sesto acuto.
Sempre sullo stesso lato, al numero civico 4 si può ancora vedere il bel portale di un’altra dimora appartenuta alla famiglia Carpani, preceduta da un piccolo recinto in muratura costituito da un muretto con pilastrini. Lo storico erbese Angelo Bassi ricordava come su questi pilastrini fossero murati gli stemmi con le insegne dei nobili Carpani, in cotto dipinto, poi andati perduti.
Sul lato destro della piazza, al numero civico 6, sorge il complesso di Casa Guenzati-Rivolta, anch’essa un tempo appartenuta ai Carpani, come prova il ritrovamento nel 1940, in occasione di alcuni interventi di restauro di un affresco trecentesco con due figure femminili in raffinati costumi medioevali che reggono lo stemma della famiglia: un albero di carpino davanti ad un castello bianco. Caduto Villincino come castello, nel secolo XVI questa parte della rocca divenne un convento. I frati che vi abitarono fino alla fine del ‘700, vi aggiunsero, nella corte interna, un bel porticato cinquecentesco con pavimento in cotto.
Alla casa Guenzati-Rivolta (dove nel secolo XIX fu ospite San Giovanni Bosco) sono appoggiati i resti della massiccia Torre (circa 6 metri per 6 per 8 di altezza) che dà il nome alla piazza, realizzata in grossi massi di pietra locale ben squadrati. Avvicinandosi alla Torre la pavimentazione diventa in acciottolato, detto localmente “risciol” o “risciada”. Accanto all’ingresso della Torre, sulla sinistra, accanto ad un pilastrino in pietra, un piccolo cippo porta una lastra in bronzo con una significativa iscrizione, firmata dagli erbesi nel 1928: «Posuerunt me custodem», che ricorda la funzione del manufatto. Il portale della Torre è sovrastato da un’elegante bifora con archi a sesto acuto intervallati da una colonnina in marmo bianco di Candoglia con capitello fogliato, inquadrati da un arco a tutto sesto sorretto da colonnine con capitelli a decorazioni fitomorfe datate alla metà del XIV secolo.
Si oltrepassa l’ampio portale della Torre, si attraversa lo spazio interno e si esce piegando a sinistra attraverso un’apertura ad arco e immettendosi in via Contrada Villincino, con pavimentazione sempre in acciottolato solcato da due guide centrali in pietra. Siamo nel cuore della “Contrada di Villincino”, tra case antiche in pietra a vista con inserti in cotto, dove il tempo sembra essersi fermato. Dopo circa 70 metri si esce dal borgo passando sotto la “Pusterla”, alta e slanciata torre in pietra a vista, restaurata nella seconda metà del XX secolo, aperta da un portale in granito con arco a tutto sesto in conci squadrati, due finestrine a sesto acuto e superiormente da una loggia rustica; un tempo costituiva l’ala di ponente del castello.
Usciti dal borgo, il fondo stradale torna a essere asfaltato; dopo circa 40 metri ci si imbatte sulla destra in una costruzione in pietra a vista aperta sui due lati da archi delimitati da cancelli in ferro battuto, che ospita l’antico lavatoio a due vasche in pietra. Si prosegue lungo via Contrada Villincino per poi, dopo altri 40 metri, girare a destra nell’asfaltata via Garibaldi. Dopo un’altra quarantina di metri si arriva nel punto in cui lo storico Mauri individua un grazioso «salotto di cancelli», una piazzola sulla quale si aprono tre cancelli ottocenteschi che lasciano intravedere splendidi giardini di ville signorili; quello sulla destra è l’antico brolo di Casa Guenzati-Rivolta. Si percorre tutta via Garibaldi, lasciandosi dapprima sulla sinistra l’ingresso del Tennis Club Erba, quindi superando sulla destra, al numero civico 52, l’ingresso della Casa “Sant’Agostina” delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret con l’adiacente sede dell’Istituto scolastico paritario San Vincenzo, gestito dagli anni ’80 dello scorso secolo da una Cooperativa che coadiuva le Suore nella gestione delle attività educative e formative. Oltrepassato l’ingresso dell’Istituto scolastico, si tiene la sinistra; all’incrocio con via Gerolamo Majnoni si volta a sinistra, si supera un piccolo dislivello e dopo un brevissimo tratto su fondo lastricato in pietra ci si ritrova sulla sinistra il piccolo cortile d’onore di Villa Majnoni d’Intignano, chiuso da un cancello in ferro battuto. Sull’altro lato della via si apre un breve viale dei cipressi fiancheggiato da statue (non originali), che doveva costituire un cannocchiale prospettico sull’ingresso principale della dimora nobiliare.
La costruzione, oggi sede del Municipio, era una delle numerose “ville di delizia” diffuse sul territorio erbese. Nel XVIII secolo era appartenuta al canonico Carl’Antonio Prina e poi alla famiglia Lainati di Milano; attorno alla metà dell’800 passò al nobile milanese don Gerolamo Majnoni d’Intignano, che ne fece la dimora di campagna della sua famiglia. Alla fine del secolo, il marchese Achille Majnoni d’Intignano, architetto della corte di Umberto I, aggiornò in stile ecclettico il precedente complesso. La costruzione si presenta oggi molto alterata rispetto all’originale, anche a causa di restauri che l’hanno privata di parecchi elementi architettonici (la torretta sulla piazza, la veranda che dava sul parco…). Sulla facciata della villa che guarda verso Piazza Prepositurale si può vedere un dipinto della Madonna con il Bambino, opera del pittore milanese Carlo Fumagalli in sostituzione di uno più antico.
In corrispondenza del cortile d’onore della villa si attraversa via Majnoni (qui pavimentata in cubetti di pietra) sulle strisce pedonali (facendo attenzione ai pilastrini in ferro a sezione quadrata alti circa 80 centimetri ai lati delle strisce), si piega a sinistra proseguendo per qualche metro e ci si immette nella Piazza Prepositurale (pavimentata prevalentemente con cubetti di pietra), dedicata dai cittadini erbesi al concittadino Padre Aristide Pirovano, vescovo missionario fondatore di Marituba. La piazza è separata da via Gerolamo Majnoni da una serie di 13 pilastrini in ferro a sezione quadrata, alti circa 80 centimetri e posti ogni 2 metri circa. Dopo circa 30 metri, si piega a destra e ci si dirige verso l’ingresso della chiesa Parrocchiale di S. Maria Nascente. Già citata nel secolo XIII con il nome di Santa Maria Bella, divenne sede prepositurale nella seconda metà del XVI secolo, per ordine di San Carlo Borromeo, in visita nella Pieve d’Incino, che ne ordinò l’ampliamento e i restauri e la elevò a chiesa-capo della Pieve al posto dell’antichissima ma malridotta plebana di S. Eufemia. Nel 1975 la chiesa ha subito un ultimo e radicale ampliamento su progetto dell’architetto Fulvio Cappelletti con il cambio dell’orientamento.





Informazioni

Località di partenza Erba, Piazza Prina
Località di arrivo Erba, Piazza Prepositurale
Tipologia del percorso urbano
Ambiente zona urbana
Lunghezza totale 670 m circa
Tempo di percorrenza (a piedi) 15 min
Difficoltà Turistica
Dislivello in salita 15 m circa
Quota massima 290 m
Pavimentazione asfalto, acciottolato, cubetti in pietra, lastricato in pietra
Mezzi pubblici per raggiungere il punto di partenza autobus ASF nei dintorni
Mezzi pubblici dal punto di arrivo autobus ASF nei dintorni
Parcheggi presso il punto di partenza





Gallery

Sfoglia la Gallery della Tappa:

 


Tappa precedente

Tappa successiva