Tappa 4 – La dorsale dell’Isola fino al complesso dei Ss. Faustino e Giovita

Descrizione

Si torna sui propri passi per circa 60 metri e ci si porta alla fine dello slargo erboso, dove si imbocca il sentiero in salita nel prato sulla sinistra, detto “Sentiero Archeologico”, che inizia con 5 gradini in pietra molto irregolari (attenzione al ciglio sinistro non protetto), prosegue con un tratto erboso in leggera salita, poi con altri 15 gradini in pietra e un altro tratto in salita, fino a sbucare in un prato attrezzato con un tavolo e panche per la sosta. Siamo sul crinale dell’Isola, da cui si gode di una bella vista panoramica sul centro lago. In particolare, sulla sponda occidentale, si intravedono sulla terraferma, tra le case e il verde, una serie di tre edifici sacri particolarmente significativi. Guardando dalla propria sinistra, sulle pendici del monte che sovrasta l’abitato di Ossuccio, alla destra idrografica della valle del torrente Perlana, si può osservare il celebre Santuario della Madonna del Soccorso, importante punto di riferimento religioso per la Diocesi di Como, preceduto da un Sacro Monte che, insieme ad altri otto nell’area prealpina, è stato inserito nel 2003 dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio dell’Umanità. Sulla sinistra idrografica della valle Perlana, sempre a mezza costa, spicca un altro edificio religioso molto importante per il centro lago, con un forte legame con l’Isola: l’Abbazia dell’Acquafredda, sopra il centro di Lenno, alle falde del monte Ossino, storicamente dedicata a Maria Vergine, a San Pietro e a Sant’Agrippino. Fu costruita su un terreno donato nel 1142 ai cisterciensi di Morimondo da un certo Attone detto Peregrino dell’Isola; in essa fu trasferita la sepoltura del vescovo Agrippino dopo la distruzione del 1169 (anche se una tradizione locale vorrebbe la traslazione antecedente a tale data, per “metterla al sicuro”). Scendendo con lo sguardo,in frazione Isola di Ossuccio, si incontra il campanile della parrocchiale dei Ss. Eufemia e Vincenzo, in cui gli abitanti dell’Isola Comacina scampati alla distruzione del 1169 trasferirono il centro religioso della Pieve, insieme con le reliquie della Santa Croce e dei Santi Martiri che secondo la tradizione Sant’Abbondio avrebbe donato alla chiesa di S. Eufemia sull’Isola; qui fu portata anche la primitiva lastra tombale del vescovo Agrippino, oggi conservata dietro l’acquasantiera.
Proseguendo in leggera salita lungo il sentiero erboso che segue la dorsale dell’Isola (attenzione alle roccette affioranti), dopo circa 60 metri si incontrano i resti della chiesa di S. Maria col portico, a partire dall’abside semicircolare, rivolta verso est. Questo edificio, risalente al XI-XII secolo, è stato costruito su un affioramento roccioso appositamente livellato; ad unica navata, era preceduto da un ambiente rettangolare con pavimento lastricato, identificato con il “portico”, di cui si vedono ancora le tracce.
Si costeggia il lato sinistro dell’area archeologica (poco lontano c’è un tavolo con panche per la sosta). Si prosegue tenendo la destra e attraversando macchie di rada vegetazione arborea,con esemplari di piante termofile come l’alloro, il bagolaro o spaccasassi e il carpino nero con sottobosco di cornioli e maggiociondoli, facendo sempre molta attenzione alle rocce e alle radici affioranti e al ciglio sinistro a tratti non protetto. Dopo circa 300 metri, seguendo una deviazione del sentiero sulla destra in salita per circa 50 metri, ci si imbatte nei ruderi della chiesa di S. Pietro in Castello che emergono da un prato. Era un edificio ad un’unica navata, con abside semicircolare orientata, impostato su un banco roccioso, probabilmente edificato nel XI–XII secolo sui resti di strutture precedenti, forse connesse con un’area fortificata. Siamo infatti nella zona più alta dell’Isola, tradizionalmente identificata con il toponimo di “Castello”o “Castél”, in cui si ritiene fosse collocata la sede militare dell’isola, in contrapposizione con il complesso religioso di S. Eufemia.
Si costeggiano i resti della chiesa, quindi si torna sui propri passi e si ritorna sul sentiero principale.Dopo circa altri 30 metri si incontra l’unica abside della chiesa romanica del Complesso dei Ss. Faustino e Giovita, raccordandosi con un sentiero pianeggiante.È possibile per i non vedenti toccare con mano un bell’esempio di architettura romanica (prestare attenzione alla presenza di una tomba dietro l’abside): è in blocchi irregolari di pietra di Moltrasio, rivestiti esternamente da conci regolari e ben squadrati (tracce di questo rivestimento sono ancora visibili nella parte in fregio al sentiero); presenta un basamento semicircolare modanato di circa 80 centimetri di altezza, su cui si imposta una muratura poligonale, a cinque lati intervallati da semicolonne, con un oculo e una feritoia.
Considerando gli elementi stilistici e il tipo di muratura, gli studiosi ritengono che questo edificio sacro sia posteriore al secolo XII. Nonostante la tradizione storica fissi la distruzione e l’abbandono totale dell’Isola al 1169, è stato ipotizzato che alcune attività siano continuate o riprese anche dopo questa data.
Piegando a sinistra, all’inizio della parete sinistra della chiesa si apre una monofora strombata, affiancata da una semicolonna che regge una fila di archetti ciechi, tipici dell’architettura romanica.
Si accede all’interno della chiesa dall’entrata laterale sinistra, sottolineata da un arco, superando una bassa soglia, e oltrepassando un piccolo vestibolo. L’originale interno, era stato trasformato in stalla e diviso in due ambienti, uno sopra l’altro, da un soffitto voltato a botte: si vede ancora la mangiatoia in cemento addossata al lato meridionale, nella quale sono murati cinque anelli in ferro. La chiesa presentava due absidiole interne, impostate su roccia affiorante. È visitabile anche la parte soprastante, cui si può accedere dall’esterno seguendo il passaggio che costeggia l’abside, dove si possono vedere un capitello e resti di arcate appartenenti alle volte originarie della chiesa.
Accanto alla chiesa sorgono i resti dell’antico monastero, ora trasformati in casa per il custode dell’Isola: al piano terra sono stati ricavati i bagni pubblici.




Informazioni

Località di partenza Isola Comacina, resti dell’Aula battesimale biabsidata
Località di arrivo Isola Comacina, complesso dei Ss. Faustino e Giovita
Tipologia del percorso turistico-escursionistico
Lunghezza totale 500 m circa
Tempo di percorrenza (a piedi) 20 min
Difficoltà Turistico-escursionistica
Dislivello in salita 10 m
Quota massima 233 m
Pavimentazione sterrato, prato, con roccette e radici affioranti
Mezzi pubblici per raggiungere il punto di partenza
Mezzi pubblici dal punto di arrivo
Parcheggi presso il punto di partenza





Punti di Interesse

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* struttura scomparsa del tutto o in parte


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